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Le lacrime di Daniel Mantenuto. E quella sua diabolica premonizione.

Cosciente di aver commesso una penalità totalmente fuori da ogni contesto, l'attaccante biancorosso si è seduto in panca puniti nel momento peggiore di gara 4 di semifinale.

Ovvero il secondo supplementare.

Quello in cui le squadre si sono attenute, da regolamento, a giocare in tre contro tre.

RBS vs HCB Face off

Leggendo negli occhi dei suoi compagni l'improvvisa preoccupazione, Daniel ha intimamente avvertito quanto sarebbe stato vantaggioso l'uomo di movimento in più per i Red Bull.

Ha stretto i denti, pregando. Che il penalty killing riuscisse nel miracolo.

Per un minuto e trenta, i tre uomini di movimento del Bolzano hanno chiuso ogni linea di passaggio ai campioni austriaci.

Poi, quando Troy Bourke e Mario Huber hanno colto lo spiraglio, propiziando il fulminante slap vincente di Scott Kosmachuk, tiro KosmachukDaniel Mantenuto ha abbassato lo sguardo, scoppiando in un pianto liberatorio.

Il momento della resa.

Suo e dell'Hockey Club Bolzano.

Il peccato mortale di concedere tre match-point al Salisburgo ha segnato indelebilmente il destino dei Foxes.

La successiva trasferta nella città di Mozart, permeata dall'umana speranza di riportare nuovamente i salisburghesi al Palaonda, un'ultima volta, è servita invece alla guarnigione del tifo biancorosso per consegnare alla squadra il proprio amaro commiato.

Arrivato troppo presto. Rispetto agli entusiasti pronostici d'inizio stagione.

Ovvero, al minuto 45'57” di gara 5 di semifinale.

Il momento in cui, le funeree note della Messa di requiem di Wolfgang Amadeus, hanno idealmente accompagnato la terza esclusione consecutiva dell'Armata Biancorossa dalla griglia dei playoff di Ice Hockey League. Per mano degli odiati Tori Rossi di Salisburgo.

Capaci, e questo dev'essere un merito che gli va riconosciuto, di aver avuto bisogno soltanto di nove match per agguantare la quarta finale, in altrettante stagioni.

Dopo aver liquidato, con un clamoroso sweep, i maestri ungheresi dell'Alba Volàn Fehérvár, dominatori di buona parte della regular season assieme ai biancorossi, i tre volte campioni consecutivi hanno lasciato solo gara 3 nella ciotola delle Volpi.fortezza Salisburgo

Il resto, lo hanno chiuso a chiave. Nella Fortezza che domina la loro città.

Confidando sul talento, l'astuzia e la buona sorte.

La semifinale 2024-2025 Red Bull Salisburgo - Foxes Bolzano rimarrà negli annali di questa Lega per un dettaglio inequivocabile.

Nei cinque incontri della serie di semifinale, tra le storiche rivali, i biancorossi non sono mai stati capaci di passare in vantaggio. Un limite imperdonabile. Che ha dissipato tutte le probabilità che i bookmaker avevano attribuito all'HCB.

Narra la gloriosa storia biancorossa che ai playoff non è mai accaduto un evento analogo.

Nemmeno in occasione degli abbinamenti contro Linz, Villach o Klagenfurt.

Nella finalissima tra Bolzano e Salisburgo, dell'aprile 2023, memorabile fu il gol di rapina di Christian Thomas, proprio sotto il settore ospiti, che decise gara 1.

I Red Bull reagirono a quella sconfitta in modo pressoché spietato. Portandosi sul 3-1 nella serie.

Ma quel Bolzano, nonostante avesse le spalle al muro, riuscì nell'impresa di ricucire lo strappo. Affidandosi agli uomini di maggior talento.

FrattinMatt Frattin, decise gara 5 con un gol spaccacuore, al terzo overtime.

Ed in gara 6 l'Armata Biancorossa si affidò all'allora Linea dei Sogni.

Composta da Mike Halmo, Dustin Gazley e Brad McClure.

Il twister che risucchiò nel suo malefico occhio sia Atte Tolvanen che i suoi compagni di squadra.

Poi, tre giorni dopo, si compì al Palaonda la “Vendetta” dei Red Bull. Per i torti patiti nel 2014 e nel 2018 nella balera di casa, alla EisArena.

Sette partite furono necessarie anche l'anno scorso, in semifinale.

Una serie che seppe offrire uno spettacolo al limite dell'inverosimile.

Con ben tre ribaltamenti di fronte, tra italiani ed austriaci.

Bolzano subito avanti nella serie, grazie alle prodezze di Connor Ford e Dustin Gazley in gara 1.

La Red Bull ha risposto "presenti!" al Palaonda ed in gara 3, in casa loro, riescono a rimontare addirittura tre gol al Bolzano.

A quel punto riemerge il Cuore Biancorosso.

Le Volpi apparecchiano la tavola ad una possibile finale, ribaltando a loro volta la serie.

Grazie al gol del 2-3, come dimenticarlo?, di Dylan Di Perna in gara 5, alla EisArena.gol Diperna

Il peso psicologico del match-point in gara 6, al Palaonda, si divora la prestazione dei biancorossi. E gara 7, bando alle congetture ed alle polemiche, verrà ricordata per il fantomatico icing non fischiato dalla terza squadra in campo.

Due anni. Di emozioni, gol e spettacolo. Di altissimo livello.

Conditi da un'incertezza senza riscontro alcuno.

Da una parte, gli straordinari interpreti che i Red Bull hanno a libro paga. Grazie ad un potere economico che in via Galvani vorrebbero ma non possono avere.

Dall'altra l'essenza dei valori umani. Da quasi un secolo, peculiarità di una squadra che ha sempre fatto leva sul peso della maglia, l'orgoglio, il senso di appartenenza. E soprattutto sul Cuore Biancorosso. In poche parole, la voglia di superare le difficoltà, laddove altri declinano.

Nulla di ciò che si è visto, purtroppo per il Bolzano, nella serie di quest'anno.

Ad esclusione di gara 1, vinta dai Red Bull senza particolari patemi, nella semifinale di quest'anno i biancorossi non avrebbero meritato di perdere i due match giocati al Palaonda. E sono andati vicini a riaprire gara 5, il loro fatale canto del cigno.

La differenza più evidente, tra Bolzano e Salisburgo, è stato il netto cinismo con il quale Salisburgo ha saputo orientare la propria bussola verso il porto sicuro della vittoria.

Nonostante interi periodi giocati da grandissima squadra, assolutamente meritevole della finale, il Bolzano si è sempre trovato nella condizione di dover rimontare due gol di scarto agli avversari. Handicap davvero complicati da annullare, al cospetto di una squadra con pochi punti deboli.

Nel primo tempo di gara 2, un paio di leggerezze difensive sono costati altrettanti break-away ed il doppio vantaggio esterno. Rimontato il quale, dopo abbondante esborso di energie, è giunta la fortunosa rete della vittoria di Peter Schneider, a soli 55 secondi dal termine.

Ecco un altro aspetto determinante: Red Bull supportato anche dalla fortuna.

Quella che i Foxes non hanno mai avuto in dote dal proprio destino.

I biancorossi hanno gettato alle ortiche, in modo irreale, colossali occasioni da rete, lungo tutta la serie. Un ulteriore limite che, unito ad una certa sterilità del power-play, non li ha certo favoriti.

TolvSe aggiungiamo che la gabbia avversaria è stata difesa in modo quasi impeccabile da un gigantesco Atte Tolvanen, il saldo delle differenze tra le due squadre è pressoché completo.

Tornando a gara 4, quella di Daniel Mantenuto, durante il primo dei due overtime sembrava sul punto di premiare i padroni di casa.

Ma il Bolzano non è stato capace di convertire in moneta sonante una superiorità apparsa schiacciante ai più. Il penalty killing di Salisburgo ha annullato due power-play pressoché consecutivi. Dopo i quali Tolvanen si è salvato in modo miracoloso su tre tentativi a colpo sicuro dei biancorossi.


Gara 5, infine, ha rispettato un canovaccio già visto.

Salisburgo avanti 2-0, Brad McClure che la riapre.cuore sticks2 Copia

Scott Valentine che risponde al 3-1 di Benji Nissner.

Il gol del kappaò definitivo, quello di Peter Schneider.

Caduto, come anticipato in apertura, al 5'57” del terzo periodo.

Quello che ha sancito il fatidico Game Over dell'Armata Biancorossa...

Se riavvolgessimo il nastro della stagione dell'Hockey Club Bolzano, ci accorgeremmo di quanto l'ottima campagna di rafforzamento dalla società abbia avuto l'effetto di infiammare l'ambiente. Soprattutto i tifosi.

Lo scorso agosto, i “botti” messi a segno in via Galvani indussero anche i media ad azzardare che questa sarebbe potuta diventare: “La miglior squadra di sempre, con l'equipaggiamento e le giuste ambizioni per puntare al bersaglio grosso”.

I primi 30 match di Ice (23 vittorie e 7 sconfitte), conditi anche dal primato europeo stagionale di vittorie consecutive all'overtime (8 su 8), hanno effettivamente sognato l'impresa.

Aspettative che trovarono conferme quando, il 15 gennaio scorso, arrivò anche la prima attesa vittoria su Salisburgo. Il 2-0 maturato grazie a Tony Salinitri ed all'empty-net-gol di Matt Bradley.Salinitri

Il resto rimane classificato nell'attualità.

Quattro i jolly che l'Hockey Club Bolzano ha avuto in mano all'inizio dei suoi playoff:

Sam Harvey, portiere in stato di grazia;

Adam Helewka, Brad Christoffer e Dustin Gazley: una linea offensiva da urlo;

Un ruolo sempre preponderante, nello “storico” delle fasi che contano;

L'impagabile sostegno del Palaonda.

Peculiarità che non avrebbero potuto cancellare del tutto gli inveterati limiti del power-play biancorosso o la dichiarata imprecisione sotto porta. Ma che li avrebbero quanto meno mitigati.

Il quarto di finale contro Villach non ha portato l'auspicato salto di qualità nelle prestazioni biancorosse. Quello che tutti i supporter si sarebbero augurati.

“La squadra migliore di tutti i tempi”, come più di qualcuno l'aveva etichettata, in realtà si è invece portata appresso dalla regular season una pericolosa tendenza a concedere interi periodi agli avversari. Un difetto di fabbricazione.

Che, alla lunga, è costata l'uscita di scena anticipata del team di coach Glen Hanlon.

Oggi, il tecnico di Vancouver sembra deciso a voler chiudere la seconda carriera agonistica della sua esistenza. Quella dell'allenatore. Togliendo l'incombenza di un “congedo forzato” al Dottor Key.

La difficile gestione dello spogliatoio è purtroppo pesata in modo significativo nel rapporto tra squadra e suo coaching staff. E la prestazione sul ghiaccio ne ha ovviamente risentito.

Ai tifosi biancorossi non sono sfuggiti i passaggi a vuoto con i quali alcuni dei giocatori più rappresentativi hanno marcato le loro prestazioni nella fase decisiva della stagione.

Bradley 1In primis, Matt Bradley.

Altri protagonisti, comunque, hanno dato l'impressione di non essere riusciti a dare alla causa quanto era nelle loro possibilità. Ma questo deve anche leggersi come un ulteriore merito che va doverosamente attribuito ai campioni salisburghesi.

Avrà dato l'impressione di essere sulla carta il miglior Bolzano di tutti i tempi. Ma, oggettivamente, è fallito nel momento decisivo della stagione. Quando, con quattro jolly a disposizione, si è visto chiudere in mano. Dal giurato nemico di sempre...

L’eliminazione dell’Hockey Club Bolzano, in semifinale di ICE, è stata mitigata martedì sera dalla notizia dell’avvenuta qualificazione alla prossima edizione della Champions Hockey League. Grazie al terzo posto finale in regular season ed alla contemporanea esclusione delle Black Wings Linz dalla corsa per il titolo. Condizioni essenziali perché i biancorossi potessero salire, in seconda battuta, sul treno delle 24 qualificate.

Le storie della Champions e dell’Armata Biancorossa sono oramai legate da una cadenza temporale che ha generato una certa continuità. Con quella del prossimo anno, saliranno a cinque le partecipazioni dei biancorossi alla competizione continentale.

Tutto ebbe inizio dopo la conquista della prima EBEL, nel 2014. In un girone abbastanza complicato, vista la contemporanea presenza di Tps Turku, Linköping e Pardubice. Tre vittorie su sei incontri non furono sufficienti al Bolzano per qualificarsi alla fase successiva.

Cosa che invece accadde nell’edizione 2018.

Inserito nel quadrangolare di qualificazione ai sedicesimi assieme a Skellefteå, Ifk Helsinki e Tychy, l’HCB riuscì nell’impresa di centrare la qualificazione. Guadagnandosi una sfida di prestigio contro i pellerossa di Plzen, squadrone fuori dalla sua portata.

Welcome to CHL 

Nel 2020, con Greg Ireland come allenatore, i biancorossi vinsero a mani basse la regular season. Ma, proprio alla vigilia dei quarti contro Orli Znojmo, quando già godevano dei favori del pronostico per la vittoria finale, la manifestazione venne cancellata a causa del progredire della pandemia.

Bolzano ci riprovò, riuscendoci, l’anno successivo.

Ancora un trionfo in stagione regolare, sempre con Ireland al comando. E conseguente girone di CHL con Salzburgo, Frisk Asker e Jastrzębie.

Grazie ai successi contro norvegesi e polacchi i biancorossi videro spalancarsi le porte dei sedicesimi. Dove, ad attenderli, ci sarebbero stati i finlandesi del Lukko Rauma. 

Uno dei capitoli più amari e controversi della ultra-novantennale storia dell’Hockey Club Bolzano.

A causa di un esteso focolaio di coronavirus, che dimezzò il team finnico e lo costrinse alla quarantena proprio alla vigilia del match di ritorno in casa loro, il board della Champions decise di attribuire comunque la qualificazione al Lukko Rauma, sulla base dell’unico match disputato e vinto al Palaonda. Nonostante il team biancorosso avesse regolarmente raggiunto l’impianto di Rauma, e fosse pronto a scendere sul ghiaccio. Una decisione che lasciò Hockeytown totalmente incredula.

Nel 2023, il primo anno di Glen Hanlon a Bolzano si chiuse con un altro primo posto in regular season. Che spalancò nuovamente le porte della Champions al cospetto delle Volpi.Sundblad da Foxes TV

Sul pancone, però, si accomodò Niklas Sundblad, a causa dell’iniziale indisponibilità dello stesso Hanlon.

Il nuovo formato della Chl ed una certa incompatibilità tra Sundblad e la squadra trasformarono quell’edizione in una sorta di Calvario per i biancorossi. Battuti, anche sonoramente, in tutti i sei incontri di qualificazione, contro Adler Mannheim, Ilves Tampere, Servette Ginevra, Giants Belfast, Pelicans Lahti e Stavanger Oilers.

Nel settembre di quest’anno l’Hockey Club Bolzano riassaporerà quindi il piacevole sapore della competizione internazionale. Durante i Mondiali Top Division, nel prossimo mese di maggio, avverrà il sorteggio. Ci faremo trovare puntuali e preparati, per potervelo commentare.

Gli ultimi doverosi capoversi della nostra rubrica sono dedicati alla finalissima di Ice Hockey League. Che avrà inizio questa sera sul ghiaccio di Klagenfurt.

KAC vs RBSSi tratta della replica della finale dello scorso anno, terminata anch’essa a gara 7, dopo uno spettacolare testa a testa che, alla fine, premiò Salzburgo.

Anche in quella circostanza ci fu, praticamente immancabile, il solito vespaio di polemiche ad accompagnare i commenti su presunti favori arbitrali, rivolti unilateralmente verso i Red Bull. 

In stagione regolare 2024-2025, le Rotjacken hanno già superato Salzburgo tre volte su quattro.

A Klagenfurt hanno già dissotterrato da tempo le asce da usare nella prossima battaglia.

Che sarà, prevedibilmente, senza esclusione di colpi...

In attesa di gara 3 delle semifinali, oggi pomeriggio ore 16:30 alla Eisarena a Salisburgo, proponiamo Assi di bastonio #27: importanza dei "momenti" che nello sport hanno il potere di decidere un'intera stagione, ovviamente legati alla storia del HCB.

Bull vs Fox
Superata un'ostica serie di quarti contro i carinziani del VSV, prendono il via le semifinali del torneo ICE Hockey League 2024/25 che oppongono i nostri ragazzi ai tradizionali rivali di Salisburgo. Ricordi e valutazioni nel #26 di Assi di bastoni di Andrea Scolfaro.

3Prima di gara 6 dei quarti a Villach, il portale d’informazione www.sportnews.bz e il quotidiano locale Dolomiten hanno pubblicato un'interessante  intervista al direttore sportivo e amministratore delegato del HCB Dott. Dieter Knoll.

Ve la proponiamo ringraziando per la gentile concessione e congratulandoci con Kurt Platter che l'ha realizzata.

L’articolo originale (pubblicato il 13/3/2025) QUI 👉🏼https://www.sportnews.bz/artikel/eishockey/icehl/kindergarten-jetzt-wehrt-sich-der-hcb-boss

bianco nero
Prima di gara 6 dei quarti a Villach, il portale d’informazione www.sportnews.bz ha pubblicato un'interessante  intervista al giovane attaccante #77 del HCB Pascal Brunner. 
Ve la proponiamo ringraziando per la gentile concessione e congratulandoci con Alex Foppa che l'ha realizzata. L’articolo originale (pubblicato il 14/3/2025) 
QUI 👉🏼https://www.sportnews.bz/artikel/eishockey/icehl/pascal-brunner-er-serviert-bozner-playoff-leckerbissen

Film Fields of dreams
“Se lo costruisci, lui tornerà...”.

Un amante della cinematografia sportiva saprebbe in quale film collocare uno dei momenti più iconici di una delle più belle pellicole dedicate al gioco del baseball. Ed alla sacralità con la quale il popolo americano (nel termine più ad ampio respiro geografico possibile) accompagna con devozione ogni evento legato alla disciplina del “batti e corri”.

Per chi legittimamente non conosce, o non ha mai visto, “L’uomo dei sogni”, film del 1989 che ha per protagonista centrale un assai giovane Kevin Costner (star del cinema che non ha mai nascosto la sua predilezione per il baseball, avendo dato il volto anche al ricevitore Crash Davis in “Bull Durham” ed al lanciatore Bill Chapel in “Gioco d’amore”), è basato su uno splendido romanzo di William Patrick Kinsella, del 1982: “Shoeless Joe” e ripercorre la storia di un agricoltore dell’Iowa che, suggestionato dalla ripetitiva frase “Se lo costruisci, lui tornerà...” percepita nel nulla della distesa dei suoi ettari coltivati a mais, decide di distruggere un intero raccolto di pannocchie per costruire al suo posto un campo da baseball a norma. Sul quale, una notte, appare lo spirito del grande Shoeless Joe Jackson e dei suoi sette compagni di squadra nei Chicago White Sox. Tutti implicati nello scandalo delle partite vendute durante le World Series del 1919 e che, per questo, furono squalificati a vita.Shoeless Joe

“L’uomo dei sogni” ha un forte impatto emotivo su coloro che amano il baseball. Per la cura della narrativa. Grazie alla quale Phil Alden Robinson, il regista, gioca con ogni singolo componente della fede e della religiosità che si celano nelle molteplici implicazioni di questo meraviglioso sport.

Pur non esistendo una definizione concreta, che possa spiegare il legame esistente tra Baseball ed Hockey, le due discipline hanno moltissimi punti di contatto. Ed è probabilmente per questo motivo che sono davvero tanti i praticanti di uno a mettersi in gioco anche nell’altro.

Anche nella nostra amata Hockeytown, in passato, molti hockeisti si dedicarono al baseball in estate. Tra i più noti certamente i fratelli Romeo e Giorgio Tigliani.

In un passato più recente invece, è più precisamente a metà degli anni Ottanta, fu Bruno Baseotto ad essere protagonista, con i compagni del Bolzano Baseball Club, di una clamorosa promozione in Serie A, ottenuta al termine di un drammatico spareggio col Cus Padova. Determinato proprio dalla decisiva eliminazione al volo in terza base - con la mano non guantata - di “The Fox” (alias, Bruno Baseotto). 
Giorgio Thomas e il papà Romeo

Giorgio, Thomas e il papà Romeo Tigliani

L’uomo dei sogni ha avuto un forte impatto emotivo anche venerdì sera. Al PalaOnda.

Questa volta però il baseball, Shoeless Joe e Kevin Costner non hanno nulla a che spartire.

Perché dobbiamo doverosamente aprire il capitolo “Playoff 2025” descrivendo l’emozione che ha suscitato in tutto il palazzo l’apparizione di un grandissimo ed indimenticabile protagonista di un recente e glorioso passato. Uno che la maglia biancorossa l’ebbe tatuata sulla pelle. E che regalò al Bolzano, ed ai suoi devoti appassionati, stagioni e stagioni di inenarrabili gioie e soddisfazioni.


Stiamo parlando di Igor' Valentinovič Maslennikov.

A Bolzano, sbarcò un torrido giorno d’estate. Esattamente il 20 agosto del 1992. Ma non da solo. Assieme ad un fraterno amico e collega del CSKA Mosca. Tale Sergej Leont'evič Vostrikov.

Fu Pietro Nicolodi ad avere il privilegio di realizzare la prima intervista ufficiale - con tanto di interprete - alla fenomenale coppia di attaccanti. I quali, abituati alle monumentali strutture dei centri sportivi nell’ex Unione Sovietica, quando si ritrovarono al cospetto del Palaghiaccio di via Roma (l’anno prima che venisse inaugurato il PalaOnda) non poterono nascondere una certa perplessità.Articolo il Mattino 25882

All’epoca, l’allenatore dell’Hockey Club Bolzano era Ron Ivany e la società biancorossa era quasi sull’orlo del fallimento. Fu per questo motivo che incaricarono il generale manager Ron Chipperfield di sondare il mercato russo, molto più abbordabile rispetto a quello nordamericano, grazie alle riforme politico-sociali introdotte dalla perestrojka.

“Istruito sulle necessità che aveva il Bolzano di contrastare il dominio delle milanesi - ci raccontò tempo fa proprio Chipperfield sull’argomento - parlai con il secondo allenatore dell’allora Saima Milano, Juri Karmanov. Cercando di capire la situazione in cui versava il mercato dell’hockey a Mosca. Juri mi fece capire subito che in quel settore soldi non ne giravano. Che ci sarebbe stata la ghiotta opportunità di giungere a trattative vantaggiose. Andai a Mosca, per visionare alcuni giocatori. E mi focalizzai proprio su Vostrikov e Maslennikov. Sfortuna volle che persi l’unica occasione di vederli sul ghiaccio, perché indisponibili. Ricorsi ad alcuni video dei loro precedenti incontri giocati, ed avviai i contatti. Mi chiesero 150 milioni delle vecchie lire. Mi accordai per 30. Tanta era la carenza di liquidi sul mercato, in quel preciso momento epocale”.

Maslennikov Vostrikov

Superato il netto scetticismo di Ivany, che non li vedeva minimamente nell’impianto di gioco che aveva in mente, tanto da essere già pronto a restituirli al mittente, Igor e Sergej vennero affiancati in prima linea da Martin Pavlu (l’unico della squadra in grado di sostenere la loro stessa intensità di pattinaggio). Ed a Bolzano iniziò una nuova era. Durata la bellezza di sette anni.

Quella del “Volga Express”.

Oltre 400 partite a testa per Igor e Sergej, 1.400 punti tra gol ed assist, 4 scudetti, un’Alpenliga

11 e 10

e soprattutto un Torneo Sei Nazioni.

“Semplicemente - scrisse di loro Michele Bolognini nel volume che celebrò i 75 anni di vita dell’Hockey Club Bolzano - la linea biancorossa più forte di tutti i tempi. Sette stagioni da sogno, cariche di gol, numeri

 

da circo e difensori a caccia di un analgesico per il mal di testa”. 

Quando venerdì sera Igor Valentinovich Maslennikov ha scodellato simbolicamente il disco dell’ingaggio d’apertura prima di gara 3 tra Foxes Bolzano e EC Villacher SV, moltissime delle quattromila anime del PalaOnda hanno ripercorso con la memoria quegli attimi pressoché irripetibili. Che Igor ha poi potuto riassaporare, tra mille aneddoti, durante la cena con alcuni dei suoi vecchi compagni di squadra (Martin Pavlu, Kiki e Patrick Timpone, Ruggero Rossi De Mio, Christian Alderucci e Manuel Bergamo). Momenti di sorpresa mista a commozione quando qualcuno ha selezionato la più classica delle videochiamate perché anche Mike Rosati si unisse alla compagnia. Che si è poi congedata alla Sparkasse Arena, a notte fonda, proprio sotto il gigantesco murales dedicato a Gino Pasqualotto. 

Ingaggio VSVIl match di gara 4 dei quarti di finale tra Armata Biancorossa e carinziani, previsto alla Stadthalle di Villach questo pomeriggio - a partire dalle ore 17.30 - chiude idealmente la prima settimana del programma dei “Playoff” 2025 per la Ice Hockey League. Durante la quale molte cose sono accadute. E, aggiungeremmo: purtroppo, molte altre sono state dette.

Anche in maniera improvvida.

Domenica scorsa, i Foxes hanno saputo rompere lo spesso ghiaccio di una serie “best-of-seven” tutt’altro che agevole. Contro la stessa squadra che incrociò proprio ai quarti nel 2024. Lo scorso anno i biancorossi portarono subito il tabellone della serie sul 3-0 in loro favore. Ed il primo match-point venne in seguito annullato dal VSV proprio tra le mura amiche, al termine di un match nel quale il Bolzano non incise minimamente (perse 6-1). Anche a causa della serata di grazia attraversata dal suo goalie: il quarantenne Jean-Philippe Lamoureux.

Poi, l’11 marzo 2024, grazie alle reti di Brad McClure e Christian Thomas, i biancorossi staccarono il pass per la semifinale, superando i carinziani al Palaonda per 2-1.Gaz gol

Anche nell’attuale circostanza, il tabellone riporterebbe un 3-0 da comfort zone per la nostra squadra del cuore. Se, dopo la netta vittoria per 4-1 di domenica scorsa, maturata grazie ad un Dustin Gazley in grande spolvero ed uno Scott Valentine decisamente calatosi nello spirito dei playoff, non fosse susseguita la bruciante sconfitta (4-3) all’overtime di martedì scorso in Carinzia. Maturata nel modo che un po’ tutti hanno potuto notare.

A riguardo, non è assolutamente il caso di manipolare i contorni della realtà, affidandosi alla dietrologia o ad un certo fanatismo per i colori biancorossi.

Alexander Rauchenwald, il capitano delle aquile biancoblù, al termine della serata ha portato a casa il simbolico puck griffato con il suo eccezionale hat-trick. Evento che coniuga la serata di grazia attraversata dal giocatore con una quota parte di congiunzioni astrali a lui assolutamente favorevoli. Su quella decisiva, Sam Harvey, protagonista al solito di parate eccezionali ed autore di due strepitosi salvataggi sulla linea di porta, è arrivato sull’ultimo disco scagliato da Rauchenwald con un fottuto centesimo di ritardo. La pinza del Santo ha solo smorzato il proiettile. Che è andato a depositarsi lento e beffardo nella gabbia del Bolzano.

I fatti accaduti martedì corso hanno portato a galla alcune evidenze che vanno sottolineate.Harvey save

Ai playoff, se concedi un intero periodo a qualsiasi avversario, non puoi pretendere di affidarti immancabilmente al tuo straordinario portiere. Nella speranza che sappia sempre come sopperire al gap di squadra.

Essere riusciti a recuperare due reti al Villach nel secondo periodo, ed un ulteriore svantaggio nel terzo, è un segnale positivo. I biancorossi sanno mettere il cuore. Soprattutto nelle situazioni sfavorevoli. Ma questo già lo sapevamo.

Le decisioni arbitrali in occasione dell’overtime hanno indirizzato l’esito del match. Il che non significa che siano state prese scientificamente nel modo sbagliato. Se il bastone alto che ha portato all’annullamento del gol di Benjamin Lanzinger è stato fin troppo evidente, in avvio di overtime invece è parsa alquanto dubbia l’ostruzione portata da Luca Frigo a Joe Cannata.

Si può e si deve imparare a rispettare l’operato della terza squadra in campo, per carità.Cannata

Ma l’espressione incredula del nostro numero 93, solitamente sobrio ed ineccepibile nelle sue valutazioni, resterà a nostro avviso un indizio rilevante sull’effettiva trasparenza - o meno - del video-review.

L’esito di gara 2 ha innescato inevitabilmente le reazioni più o meno composte dei tradizionali media che trattano l’evento hockey in via continuativa.

A nostro avviso, qualcuno è andato abbondantemente oltre la misura consentita dal buon senso.

Si possono - e si devono - ricercare le cause degli insuccessi. Come stiamo cercando di fare anche noi, dopo tutto. Ma nulla può autorizzare la critica a percorrere ambiti che non hanno nulla di sobrio e convenzionale. Ci riferiamo alla “sparata” che vorrebbe già Glen Hanlon al gate per l’imbarco di un volo senza ritorno. A prescindere dall’esito dei playoff. Reo di non avere la squadra in pugno - secondo l’analisi - e di aver già tirato i remi in barca. Non prima di aver addossato cause e responsabilità della situazione in direzione del suo staff, in primis: il suo assistente.Good gol

Valutazione che riteniamo ben più che inelegante. Anche per i toni. E la tempistica.

La reazione della squadra, al passo falso di Villach, è stata positiva.

I Foxes sono tornati in vantaggio nella serie. Grazie ad una vittoria di fondamentale importanza. In un momento topico del percorso nel ginepraio dei quarti di finale.

Il successo per 3-1 di venerdì sera è stato distillato dopo oltre due ore condite anche da una sofferenza che non si conosceva dai tempi della semifinale dello scorso anno contro Salzburgo.

Il gol sporco di Marco Richter, a due minuti dal termine del primo periodo, ha obbligato i biancorossi ad un inseguimento quasi affannoso. Ma che si è trasformato in atto concreto quando il Bolzano ha sottoposto Joe Cannata ad un vero e proprio bombardamento.

Allo stato attuale, le linee d’attacco del Bolzano denotano una marcata imprecisione sotto porta. Segno di una malcelata ansia da prestazione.4º QF

Serve uno deciso cambiamento, in tal senso. Uno switch importante. Magari una vittoria di spessore. Già da questasera. Perché l’Armata Biancorossa possa cambiare registro nel secondo campionato della stagione. Quello delle decisioni inappellabili.

Bolzano ha tutte le potenzialità per emergere definitivamente, anche in questi playoff.

Potrà riuscirci solo se saprà gettare, ancora una volta, sul ghiaccio tre elementi fondamentali.

Cuore, carattere e generosità. Da sempre nel suo DNA.

10 e 11 abbraccio gol

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