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Assi di bastoni

Palazzo via Piranesi

28 dicembre 1923, Milano.

È arrivato finalmente il gran giorno.

Nel quartiere di nuova concezione, sorto rubando una porzione di verde spontaneo dietro Porta Vittoria, l’atmosfera è quella tipica della festa.

Esauriti gli iter progettuali, ed i tempi tecnici per l’edificazione, sta per essere inaugurata un’avveniristica struttura in stile Liberty, abbellita da ampie vetrate e virtuosi pinnacoli.

In attesa dell’imminente taglio del nastro in velluto rosso, in posa sul patio giacciono pazienti due illustri figure, assai care al popolo milanese.

Marco Innocente Mangili ed un nobiluomo. Il Conte Alberto Bonacossa.

 Il primo è un manager di successo che ha elevato la città grazie alle sue ardite iniziative imprenditoriali. La più famosa delle quali è senza dubbio l’impresa di famiglia: la “Frigoriferi Milanesi”. La “Fabbrica del Giazz”, come veniva affettuosamente chiamata da tutta Milano.

Grazie alla sua eloquenza, Mangili ha ottenuto dall’ente pubblico il via libera affinché il manufatto potesse sorgere a fianco della sua amata fabbrica. In modo che i due elementi generassero un’ideale influenza reciproca.

Estesa su duemila metri quadri - e capace di contenere comodamente altrettante persone - la struttura venne denominata “Palazzo d’Inverno”. In ossequio al suo status.Porta Vittoria Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi 1925

Quell’opera altro non era se non: il Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi.

Alberto Bonacossa, il Conte, è invece un ingegnere di spessore. Mosso da una rara forma di filantropia e da un’inusuale passione per l’agonismo. E la polivalenza.

Stella del pattinaggio artistico, tennista e calciatore di ottimo livello, Bonacossa ricevette dalla sua comunità ripetuti attestati di stima - e riconoscenza - per la sua generosità non comune.

Che lui esprimeva attraverso idee ed azioni imprenditoriali, di assoluto prestigio, per la sua città.

Alcune delle sue proverbiali levate d’ingegno rappresentarono un crocevia fondamentale per la nascita e l’espansione del movimento “hockey su ghiaccio” per il nostro Paese.

Attraverso la sua rete tentacolare di conoscenze nel mondo dello sport, riuscì nell’impresa di assemblare il primo team di discatori milanesi. E lo consegnò nelle mani di Leonard Quaglia, attaccante di razza della Nazionale francese e primo allenatore professionista a Milano.

Milano 1925L’8 marzo 1925 venne idealmente posata la prima pietra sulla storia dell’hockey su ghiaccio in Italia. In via Piranesi venne messo in palio il primo trofeo nazionale: la “Coppa Cinzano”.

Sul ghiaccio, l’Hockey Club Milano e la Sportivi Ghiaccio di Cortina d’Ampezzo.

Il match si concluse con un netto 9-0 per i meneghini. Tra i quali emersero i primi talenti dell’hockey italiano. Il genovese Decio Trovati e l’oriundo argentino Guido Botturi.

Successivamente, il 15 ottobre dello stesso anno, la Federazione Italiana Hockey Ghiaccio (presieduta proprio da Alberto Bonacossa) diede a questo trofeo la qualifica di “Campionato italiano di serie A” attribuendo in questo modo il primo scudetto della storia all’H.C. Milano.

In un ideale parallelismo con l’hockey italiano, con analogie cronologiche importanti, a nord della linea orografica del valico del Brennero, nella primavera del 1923, il massimo campionato austriaco vide attribuire il primo titolo - dalla sua costituzione - al Wiener EV.

Il WEV fu uno squadrone implacabile. Trascinato dai fratelli Walter ed Herbert Brück. Capace di superare ogni avversario, affibbiandogli almeno una decina di gol di scarto. Una capacità affinata enormemente negli anni, attraverso la pratica del “bandy”, un hockey primordiale, giocato con una pallina in luogo del disco, nato in Europa in contrapposizione a quello praticato in Canada.

Dietro alla corazzata viennese si classificarono altre tre realtà della capitale: ovvero Pötzleinsdorfer SK, Wiener AC e Wiener Amateur, il Cottage EV, lo Stockerauer AV e l’SC Ostmark.Wiener Eislauf Verein Team 1923

L’albo d’oro del campionato austriaco, poi evolutosi nei 102 anni della sua esistenza fino a giungere all’attuale format, l’International Central European Hockey League, resta lì a ricordare ai posteri che il dominio del Wiener Eislauf-Verein fu alquanto duraturo.

Un’egemonia durata la bellezza di nove stagioni.

Ed interrotta solamente il 29 gennaio del 1932, quando l’eterno rivale, il Pötzleinsdorfer SK, riuscì ad imporsi per 2-1 sui pluri-campioni.

Esattamente, un anno prima della fondazione... dell’Hockey Club Bolzano.

Quando venne costituita la società biancorossa, nel 1933, una delle prime decisioni prese dal suo neoeletto consiglio direttivo fu l’ingaggio del primo allenatore della sua quasi secolare storia.

La scelta cadde su Ulrich Lederer. Uno dei tre attaccanti da favola dei Wiener EV. Quello capace di esplodere il tiro più potente. Ma inferiore tecnicamente ai due fratelli Brück.

Oggi, venerdì 12 settembre 2025, queste due secolari identità dell’hockey europeo riprenderanno a confrontarsi tra loro, lanciando il guanto di sfida anche in direzione della scuola ungherese e quella slovena, nella ICE Hockey League.13 ICE logo new

Ognuna con la propria singola ambizione, di conquistare l’ambitissimo Karl Nedwed Trophy.

Signori, il duello è inevitabilmente destinato a riaprirsi.

Non quello vecchio di un secolo, tra Wiener EV e Pötzleinsdorfer SK, ma il più attuale.

Tra Red Bull Salisburgo ed Hockey Club Bolzano.

Questa sera, al Palaonda, per uno scherzo del destino e del calendario, gli ospiti d’onore del vernissage saranno proprio i quattro volte Campioni in carica della Ice Hockey League. Un primo importantissimo riscontro sia per Kurt Kleinendorst che per Manny Viveiros (il nuovo condottiero dei Red Bull).

L’Armata Biancorossa è tra le squadre della ICE che ha cambiato in modo più profondo l’identità del suo roster. Con gli innesti del mercato estivo il team è cresciuto in chili e centimetri. E la qualità individuale è lievitata in modo esponenziale.

In meno di venti giorni, per mano del Bolzano, sono cadute squadre come I Nürnberg Ice Tigers e lo Skoda Plzen, nel Südtirol Summer Classic, il Lukko Rauma ed i campioni dell’Extraliga del Kometa Brno in Champions.

 Un incoraggiante viatico verso l’esordio di questa sera.

Avendo analizzato i biancorossi nei minimi dettagli, nelle ultime uscite della nostra rubrica, oggi mettiamo in evidenza pregi e virtù del mercato estivo delle sue avversarie.

EC Red Bull Salisburgo (allenatore: Manny Viveiros, nuovo) Red Bull Salzburg Logo

Sette i match in preseason per i quattro volte detentori del titolo. Bilancio non positivo. Cinque sconfitte, le ultime maturate in Champions, nella doppia trasferta finlandese a Kuopio e Tampere.

È uscito di scena Ryan Murphy, eccezionale regista del gioco salisburghese. E, nel blocco difensivo, Chad Genoway ha chiuso con l’hockey giocato. Al suo posto giostrerà Connor Corcoran, pescato in AHL dai Bakersfield Condors, già affiancato in prima linea a Dennis Robertson.

In attacco risalta la presenza del nuovo arrivo: Travis St. Denis, proveniente da Straubing. Giocatore che fu fondamentale sullo scacchiere di Tom Pokel, prima che il coach caro al Bolzano fosse costretto a lasciare i Tigers. Attaccante molto incisivo quando la posta in palio diventa alta.

Ha fatto sensazione l’ingaggio del fratello minore di Thomas Raffl, Michael. Otto stagioni a Philadelphia, scampoli a Washington ed un ultimo squillo di tromba a Dallas, prima di tornare in Europa ed aggiungere tre stagioni a Losanna nel suo luccicante palmares. Lo aspettiamo al varco.

Curiosità per un altro volto nuovo della difesa: Devante Stephens, alla prima esperienza europea dopo una vita scorsa sulle arene della AHL. Ultima stagione nei Colorado Eagles.

I Red Bull saranno costretti a rinunciare per diversi mesi ad Ali Wukowits. Dopo anni di cure conservative, a sostenere la sua anca infortunata, il giocatore ha deciso in concerto con la società di ricorrere all’intervento chirurgico.

EC Klagenfurter AC (allenatore: Kirk Furey, confermato) EC KAC Log

Due vittorie e due sconfitte nelle prime quattro uscite in CHL. Ora i carinziani prenotano di diritto un posto di rilievo al tavolo delle eccellenze della prossima ICE, soprattutto dopo aver confermato in blocco i giocatori più importanti della scorsa stagione.

Mercato molto intrigante quello delle Rotjacken. Due tasselli su tutti. Dalla DEL è arrivato il canadese Jordan Murray, tosto difensore di 32 anni, tre dei quali ad indossare le maglie di Wolfsburg, Mannheim e Schwenninger. In 215 presenze in Germania, Murray ha raccolto ben 113 punti. Saprà sopperire al ritorno a Villach di Steven Strong?

Riflettori puntati anche su Mario Kempe, attaccante svedese di 36 anni, 42 presenze in Nazionale, due gol e tre assist nella vittoria per 6-3 ad Odense in Champions, molto abile sia al centro dell’attacco che all’ala. Una carriera spesa a combattere nei tornei piu performanti, sia in Europa che in Nord America. Qualche esempio? 70 gettoni in NHL con Arizona Coyotes, 362 in SHL tra Rögle, Djurgarden, Modo e Luleå e 279 in KHL tra CSKA Mosca e Dinamo Minsk.

EHC Black Wings Linz (allenatore: Philipp Lukas, confermato) BWL Linz logo

Le “Ali Nere” non scrivono il loro nome nell’Albo d’oro della competizione dal lontano 2012. Il tour europeo programmato nel corso della preseason si è chiuso senza infamia e senza lode. Nell’ultima uscita in Germania però, ad Augsburg, Linz ha chiuso con una sconfitta per 4-1 ed ha soprattutto perso per infortunio, per un paio di mesi almeno, l’attaccante Sean Collins.

Per quanto concerne il mercato, confermata a furor di popolo l’asse difensiva composta da Rasmus Tirronen e Logan Roe. Coach Philipp Lukas potrà nuovamente contare anche su Shawn St-Amant, il 25enne attaccante da brivido delle “Ali Nere” e sul promettentissimo ventenne Patrick Söllinger, prodotto del vivaio, una delle più grandi sorprese dell’ultima edizione della ICE.

Due acquisti di rilievo da segnalare: Travis Barron, centro canadese di 27 anni, draftato da Colorado Avalanche nel 2016, alla prima esperienza europea per lui, ha nella prestanza fisica una qualità da non trascurare. Nelle ultime quattro stagioni spese in AHL con i Tucson Roadrunners, Barron non ha mai fatto mancare il suo contributo, in termini di gol ed assist.

Il secondo acquisto di un certo interesse per le Black Wings è il difensore canadese 31enne Ryan Mac Kinnon, reduce da un’ottima esperienza in Slovacchia, con lo Spisska Nova Ves, dove ha totalizzato 33 punti in 39 incontri, al suo primo anno nel Vecchio Continente.

EC Graz 99ers (allenatore: Harry Lange, confermato) Graz99ers black

Tra tutte le franchigie presenti nel firmamento dell’ICE Hockey League, è quella con la bacheca più sguarnita dell’intero pacchetto. Due soli titoli austriaci, ottenuti negli oramai lontanissimi anni Settanta (‘75 e ‘78), con l’acronimo ATSE Graz.

Dopo aver speso una barca di quattrini lo scorso anno, uscendo in modo clamoroso ai quarti di finale contro Linz, i Graz 99ers hanno nuovamente rifatto il look alla franchigia.

Il direttore sportivo Philipp Pinter non ha rinnovato con Sam Antonitsch, Jacob Pfeffer, Michael Kernberger, Ramon Schnetzer, Rok Tičar e Stephen Harper.

Per contro, Pinter ha chiuso con un neo-campione: il gigantesco difensore dei Red Bull, Paul Stapelfeldt. Che ha accettato di buon grado il biennale propostogli. Nel blocco arretrato un’altra novità è rappresentata da Anders Koch, 27enne difensore danese dotato di un gran fisico, nel giro della Nazionale, ultima stagione in Finlandia al Kiekko-Espoo.

Novità importanti nella batteria a difesa della gabbia: Maxime Lagacè ha lasciato il Färjestad dopo due stagioni per accasarsi a Graz. Non è un goalie di primo pelo. Ma ha un curriculum di tutto rispetto dove sono in evidenza le sue 20 presenze in NHL tra Las Vegas, Pittsburgh e Tampa Bay. Farà coppia con il confermato Nicolas Wieser.

Bel colpo anche per l’attacco, dove Pinter si è assicurato Josh Currie, solido centro canadese di 32 anni, ultima stagione con i Kölner Haie e due precedenti in KHL con i Metallurg Magnitogorsk. Currie nel 2018/19 ha totalizzato 21 presenze in NHL ad Edmonton.

Non da meno pure il rientro del centro canadese Chris Collins sul palcoscenico della ICE. Dopo 4 stagioni di spessore a Villach, dal 2019 al 2023, Collins ha speso due altrettanto valide stagioni ad Augsburg con i Panther, prima di accettare la corte di Philipp Pinter e firmare per Graz.VSV

EC Villacher SV (allenatore: Tray Tuomie, confermato) 

Usciti nuovamente ai quarti di finale per mano dell’Armata Biancorossa, nella scorsa stagione, il mercato di rafforzamento non è stato banale per i carinziani. Detto del ritorno all’ovile di Steven Strong, a Villach sono arrivati in sequenza: Luca Erne, giovanissimo attaccante prelevato dai Pioneers Vorarlberg; l’esperto centro statunitense Nick Hutchinson - ottima corporatura e già in evidenza in Allsvenskan con Västeras IK ed in Baviera a Landshut (33 punti in 28 incontri) ed una vecchia conoscenza biancorossa, ovvero Adam Helewka, che con la sua intelligenza tattica e la sua prestanza fisica garantirà gol ed assist ai biancoazzurri.

A loro si sono aggiunte le conferme dei giocatori maggiormente fidelizzati tra le aquile carinziane, tra i quali Max Rebernig, Max Coatta e Philipp Lindner.

HK Olimpija Ljubljana (allenatore: Ben Cooper, nuovo) Lubiana new

Saranno gli sloveni la mina vagante del torneo? Di certo hanno lavorato benissimo quest’estate, sia sull’assemblaggio dello staff tecnico che la costruzione del roster. Forti di una proprietà solida, e con disponibilità importanti, i Draghi Verdi hanno scelto Ben Cooper come loro nuovo head coach, un profilo assai noto nella ICE essendo stato l’associato dei Red Bull Salisburgo nelle loro ultime quattro stagioni. Prima di venire a lavorare in Europa, coi danesi dell’Herning nel 2019, Cooper ha ricoperto il ruolo di video coach a casa sua, nei Vancouver Canucks, per poi trasferirsi per due stagioni ai Florida Panthers, sempre come associato. Un uomo con i giusti connotati, in grado di far compiere l’auspicato salto di qualità all’Olimpija.

Assolutamente sontuosa la campagna di rafforzamento, dove risalta immediatamente la figura del roccioso difensore T.J. Brennan, 700 match in AHL e 53 in NHL raccolti a Buffalo, Miami e Toronto. Già in ICE Hockey League, sempre con i Red Bull, nel 2021/22 (56 gare e 55 punti per lui), Terrence James ha 36 anni e 100 chili di potenza da esprimere sul ghiaccio.

A Lubiana sono sbarcati anche due suoi compagni di reparto non banali. Ovvero Nathanael Halbert, 30 anni, nazionale britannico, ultima stagione a Zvolen ma già nella ICE nel 2023 ad Innsbruck. E Clayton Kirichenko, 29enne e vecchia conoscenza in questa Lega essendo transitato per due stagioni in Vorarlberg con i Pioneers. Confermato invece Shawn Lalonde, il 35enne di Orleans, Ontario, girovago dell’hockey europeo, già apparso in Slovenia durante gli scorsi playoff.

Noti ed importanti anche i movimenti nel reparto d’attacco. A cominciare dal nazionale italiano Alex Petan. Bolzano, Fehérvár, Valpusteria ed ora Lubiana. La ICE sa tutto di lui e conosce bene il suo livello di rendimento sul ghiaccio. Dai Fischtown Pinguins, DEL, giunge invece Marly Quince, centro canadese di 31 anni che ha sempre distribuito molti punti dalle sue mani. Ovunque andasse. Da Stavanger, invece, è approdato in maglia verde Evan Polei, ala sinistra canadese 29enne, alla prima in ICE. Dopo quattro felici stagioni agli Eisbären Berlin arriva invece Zach Boychuk, ottimo centro versatile di 35 anni, molto pericoloso in fase offensiva. L’ultima chicca riservata al pubblico della Lega è l’ingaggio del nazionale danese Nicolai Meyer, il giustiziere in maglia Red Bull, che con i suoi gol annichilì l’Armata Biancorossa sia nel 2023 che nel 2024. Un vero e proprio spauracchio.

EV Vienna Capitals (allenatore: Gerry Fleming, confermato) Vienna C. logo

I Caps vogliono elevarsi almeno fino a quota periscopio nella prossima stagione, giusto per lasciarsi alle spalle l’anonimato dei bassifondi. Il presidente Martin Reiss ha avviato quest’estate una vera e propria rivoluzione sul mercato. La prima mossa è stata quella di prolungare l’accordo con il top-scorer Zane Franklin, operazione alla quale è seguito il ritorno nello spogliatoio viennese del 29enne Marco Richter, convinto con un biennale a vestire nuovamente la maglia giallonera dei Capitals. A Bolzano rivedremo giocare insieme il difensore Simon Bourque ed i fratelli Hults, Cole e Mitch, ingaggiati insieme dal team della capitale. Da Villach è sbarcato a Vienna Benjamin Lanzinger, figlio del leggendario Günther, old star dei carinziani. Benjamin aveva bisogno di rilanciarsi dopo una stagione non felicissima. Ed ha sposato il progetto Vienna. Da Klagenfurt ecco la giovane ala destra austro-belga Senna Peeters, nazionale austriaco, svezzato da Innsbruck per due stagioni, dal 2022 al 2024. Da Södertälje un altro giovane attaccante di 23 anni ha intrapreso il percorso verso Vienna, ovvero Carter Souch, di cui si parla un gran bene. Da Graz invece si è aggregato alla causa il 29enne Sam Antonitsch, anch’esso alla ricerca del puro riscatto dopo un anno in chiaroscuro. La gabbia viennese verrà salvaguardata da Evan Cowley, 29 anni, ultima stagione in Svezia con Oskarshamn e già in Italia ad Asiago in tempi recenti. A sua difesa agiranno due pezzi da novanta, soprattutto a livello fisico, il primo dei quali è ben noto alla ICE. Ovvero il gigantesco difensore salisburghese Raphael Wolf, ultima stagione con i Black Wings Linz. L’altro invece è il figlio d’arte Nelson Nogier, canadese 29enne lasciato libero da Straubing al termine della scorsa stagione. A completare la difesa dei Caps, infine, dopo tre stagioni ad Asiago è salito fino alla Steffl Arena l’affidabile Randy Gazzola, nel giro della Nazionale.

HC Pustertal - Valpusteria (allenatore: Jason Jaspers, confermato) HC Pusteral

Chi vorrà misurare le proprie ambizioni, quest’anno dovrà avere per i lupi pusteresi più di un occhio di riguardo. In primis proprio il Bolzano, conscio dell’importanza che rivestiranno al solito i quattro derby, o sarebbe meglio dire il “poker di battaglie” in regular season.

Nelle mani del confermato head coach canadese Jason Jaspers è stata consegnata una squadra rinnovata nella sostanza. Ed irrobustita in special modo in solidità ed esperienza.

Partiamo dal reparto difensivo, quindi da Jon Blum, 36enne di Long Beach, 91 presenze in NHL con i Nashville Predators e 19 con i Minnesota Wilds. Un vincente, da dieci anni in Europa, a battagliare in KHL, SHL e DEL. In Germania nelle ultime quattro stagioni a Monaco di Baviera.

Un altro profilo decisamente performante sarà quello di Markus Lauridsen, 34enne stella della Nazionale danese, formatosi in un lungo girovagare in Svezia e nelle ultime due stagioni in DEL a Francoforte. Sarà al suo primo impatto con la ICE. 

Passiamo all’ex cortinese Greg DiTomaso, italo-canadese di 29 anni, in Nazionale dal 2023, il ragazzo di Toronto sbarca in ICE con la stessa determinazione con la quale scende sul ghiaccio.

Niente male anche i correttivi che sono stati apportati al reparto offensivo. A cominciare da Cole Bardreau, volitivo centro 32enne che ha scelto per la prima volta l’Europa, ed in particolare l’Italia, dopo aver vissuto diverse stagioni nella galassia Islanders, alternandosi con la franchigia di New York tra NHL ed AHL (con Bridgeport). Curiosità, invece, per Henry Bowlby. 28enne di Edina, Minnesota, che non ha difficoltà a giostrare al centro o lungo l’out sinistro. Reduce da due stagioni in SHL con Rögle, non ha molti punti nelle mani ma in Ice potrebbe trovare l’ambiente ideale per imporsi. Un giocatore che l’Italia conosce molto bene è invece Alex Ierullo, italo-canadese di 28 anni, che ha dovuto cambiare aria dopo il salto del banco ad Asiago. Grande assistman, da quest’anno è anche nel giro della Nazionale, pronto ad affrontare una stagione impegnativa. Da spendere tra il club pusterese ed il contest olimpico. Ritroverà, comunque, nello spogliatoio pusterese, un ex compagno di squadra, Nick Saracino, reduce da una parentesi poco felice in maglia biancorossa e desideroso di un personale riscatto. Fari puntati anche su JC Lipon, 32 anni, ala destra, canadese di Regina, vittima dell’epurazione estiva di Straubing, dove ha lasciato comunque ottimi ricordi in termini di punti acquisiti. Anche lui conosce bene KHL, SHL e DEL ed è all’esordio in ICE. Un altro volto nuovo per la League, sarà quello di Austin Rueschhoff, colosso statunitense di 2 metri per 104 chili proveniente dalla Liiga, dove con Kärpät è riuscito a dare un saggio del suo talento e delle sue qualità fisiche (30 punti in 60 match). Chiudiamo con un atleta che non ha bisogno di grandi presentazioni: Rok Tičar. 36 anni, centro della Nazionale slovena, è stato tra i giocatori liberati da Graz al termine della scorsa stagione. Ma si è fatto sempre apprezzare sia a Klagenfurt che a Vienna. Gioca per i compagni, come dimostrano i moltissimi assist raccolti in carriera. Ed è pronto alla sfida che i Lupi lanceranno alla ICE nella stagione che sta per cominciare.

Fehérvár AV19 SC (allenatore: David Kiss, confermato) Fehérvár AV 19 Logo

Apriamo il duplice capitolo ungherese partendo dall’Alba Volan. La squadra che lo scorso anno si sciolse letteralmente proprio in vista del playoff, dopo aver condotto ai vertici della classifica buona parte della stagione regolare, alternandosi in vetta con l’HC Bolzano. Pochi i movimenti di mercato. A dimostrazione che la franchigia proseguirà nella sua politica autoctona, un bene anche per la Nazionale. In questa stagione Fehérvár è atteso al varco dai quattro derby stagionali con i rivali del Ferencvárosi Torna Club. A riguardo, Bolzano e Valpusteria ne sanno già qualcosa...

Confermata la batteria dei goalie: il finnico Rasmus Reijola e l’oramai fidelizzato Dominik Horváth.

In difesa risalta il nome del nuovo arrivato: dal Valpusteria ecco Ole Einar Engeland Andersen, norvegese 26enne di stecca sinistra, molto abile nella lettura del gioco, sveglio di testa e con due mani particolarmente educate. Come dimostrano i 24 assist sfornati per Brunico.

Minimali anche i rinforzi nel reparto offensivo. Dopo quattro stagioni spese in favore dei Grizzlys Wolfsburg, al cospetto del confermato head coach David Kiss arriva Darren Archibald, 35enne ala di ottima prestanza atletica, già a Vienna - in uno scorcio di stagione nel 2021 -. Archibald ha trascorsi non trascurabili in NHL, soprattutto a Vancouver (36 match e 11 punti).

Da Orlando, Florida, ecco il 27enne Justin Richards, centro formatosi con gli Ohio Blue Jackets. Due estemporanee apparizioni in carriera nell’Olimpo della NHL con New York Rangers ed ancora in Ohio a Columbus, è reduce da una stagione non esaltante a Düsseldorf, augurandosi che in Ungheria possa trovare la terra promessa. A Székesfehérvár troverà un compagno di squadra avuto in DEL, ovvero l’ottimo Drake Rymsha, per una ventina di match a far parlare di sé come valente centro dei Red Bull prima di incontrare Richards a Düsseldorf.

 Ferencvárosi TC (allenatore: Timo Saarikoski, nuovo) Ferencvárosi TC hockey logo

I biancoverdi di Budapest sono una novità assoluta per la ICE. Quindi anche lo staff tecnico ed il roster sono tutti da scoprire, come il lato oscuro della luna. Cominciamo dal nuovo head coach, il 56enne finlandese Timo Saarikoski. Ha fatto crescere il settore giovanile del Lukko Rauma per sette lunghi anni prima di intraprendere un’avventura professionale molto variegata. Trascorrendo due stagioni a Chamonix ed altrettante a Kosice (come associato) e ultimamente con l’EHC Freiburg come head coach. Ha dimostrato di saper lavorare con i giovani ed ora vorrebbe stupire alla guida della new-entry nella ICE. In bocca al lupo!

Le novità tra i giocatori partono fin dal nucleo dei portieri. Dopo un giro esplorativo di tre stagioni in Polonia (Jastrzebie) e Norvegia (Sarpsborg) il 35enne Bence Bálizs è tornato in Patria. A difendere la gabbia coi confermati Gergely Arany e Kristof Nagy.

In difesa svettano le presenze di tre atleti svedesi: Rasmus Bengtsson, 32 anni di Landskrona, una carriera spesa in Patria prima di affrontare la sfida propostagli dal club magiaro, Jesper Lindgren, 28enne di Umeå, reduce da quattro stagioni con l’IF Björklöven ed Alexander Ytterell, 34 anni, un lungo girovagare per i club scandinavi prima di scegliere i biancoverdi dopo l’ultima stagione con i Stavanger Oilers, in Norvegia. Il terzetto svedese andrà ad aggiungersi al finlandese Paavo Tyni, già a Budapest nella scorsa stagione. Tra i giocatori ungheresi del reparto arretrato il più esperto è Gergely Tóth, 27 anni, prelevato in estate dalla squadra della sua città: lo Dunaújvarosi Acelbikak.

In attacco sono ben sette i giocatori stranieri: cominciamo dai canadesi Tyler Coulter (ex Valpusteria e già ad Innsbruck per una stagione nel 2022), Brady Shaw (ala destra 32enne reduce da una sessantina di match giocati per Angers e noto in ICE per due stagioni ad Innsbruck spese dal 2022 al 2024) e Maxime Trepanier, ala versatile di 26 anni proveniente dalla Danimarca, dove ha giocato l’ultima stagione per le Herlev Eagles, con ottimi riscontri statistici.

Tre sono anche i finlandesi: Aku Kestilä (31 anni, al quarto anno a Budapest), Topi Rönni (centro di appena 21 anni, gran fisico ed ottima esperienza nell’ultima stagione spesa al Dukla Michalovce, in Slovacchia) e Jussi Tammela, 26enne centro irrobustitosi in Norvegia nelle ultime tre stagioni con Grüner, Ringerike e Sparta Sarpsborg.

L’uomo di maggior esperienza in attacco è senza ombra di dubbio il 37enne István Sofron, in possesso della doppia cittadinanza, rumena ed ungherese, un’ala destra che la EBEL prima e la ICE in seguito hanno conosciuto molto bene, avendo battuto i ghiacci delle arene di Fehérvár, Klagenfurt e Villach.

Pioneers Vorarlberg (allenatore: Johannes Nygård, confermato) Pioneers Vorarlberg

Con il budget di cui dispongono a Feldkirch, non possono fare miracoli. Certamente riescono ad allestire una squadra dignitosa, molto ostica da approcciare - come sa bene l’Hockey Club Bolzano - che saprà togliersi delle soddisfazioni anche al prossimo giro della ICE. 

Confermati Alex Caffi e David Madlener a difesa della gabbia. Nel blocco difensivo riappare il 26enne di Rovaniemi, Roni Allén. Sarà lui ad accogliere ed introdurre in questa Lega il suo compatriota Julius Reini nel contesto del Vorarlberg, il 25enne arrivato quest’estate e che, in carriera, non ha mai valicato i confini del suo Paese. Una vera scommessa, invece, è il 27enne statunitense Louie Roehl, le ultime tre stagioni in ECHL con i Wheeling Nailers, alla prima avventura europea. La chioccia del reparto, molto giovane in verità, sarà Ramón Schnetzer, nazionale austriaco, alla seconda stagione a Feldkirch e già con la “A” cucita sulla casacca.

In attacco risaltano cinque rinforzi nordamericani. Collin Adams, 27 anni, centro-ala alla seconda esperienza europea dopo una valida stagione (29 punti in 43 match) trascorsa in Slovacchia a Banská Bystrica; Nathan Burke, 26enne di Scottsdale, Arizona, al primo stint europeo dopo tantissima NCAA e la palestra in ECHL (recentemente con Utah Grizzlies ed Indy Fuel); Casey Dornbach, 28enne centro proveniente da Helsinki, sponda Jukurit, e Cole Gallant, altro centro 27enne che non ha mai conosciuto in carriera un palcoscenico europeo ed è un ex compagno di team proprio di Burke in Utah; infine il canadese Eric Florchuk, 25enne di belle speranze, anch’egli in attesa di spendere il primo inverno in Europa dopo aver vissuto le ultime quattro stagioni per la University of Alberta, in USports.

Starà al capitano Kevin Macierzynski, 33 anni, di cui 4 a Feldkirch, ad indicare la strada ed a illustrare lo stile ed i valori di questa franchigia, a chi indosserà la sua maglia per la prima volta.

HC Innsbruck "die Haie" (allenatore: Ryan Kinasewich, nuovo) HCI

Ennesimo “anno zero” per gli Squali di Innsbruck, che in bacheca esibiscono comunque sette titoli nazionali ma sono costretti dal lontano 1989 ad attendere l’oramai utopico appuntamento con la vittoria. Partiamo dal presupposto del nuovo head-coach. Si tratta di Ryan Kinasewich, doppia nazionalità croata e canadese, ex attaccante di ottimo livello (103 punti in 59 incontri con gli Utah Grizzlies nel 2010 in ECHL, la sua stagione migliore) che ha vestito le casacche di numerose squadre della EBEL (Medveščak Zagabria, Salisburgo, Graz, Dornbirn e Fehérvár) giocando anche 26 match per Milano Rossoblù nel 2013. Quando ha chiuso la sua carriera di giocatore, “Kina” ha intrapreso subito quella di coach, tornando all’origine. Agli Utah Grizzlies. Otto stagioni dopo le quali ha deciso per il grande salto oltre Oceano, per rispondere all’offerta di lavoro offertagli da Innsbruck. Una scommessa, a tutti gli effetti. Ma il coach è abituato ad affrontarne.

Il roster è tutto da scoprire. Molti Under 24 e qualche solida pedina straniera. Kinasewich dovrà armarsi di molta pazienza per ricavarne una squadra, in grado di fronteggiare i marosi della ICE.

Partiamo dai goalie: Matt Vernon, 27 anni arriva in Europa per la prima volta dagli Jacksonville Icemen (ECHL). Dovrà caricarsi sulle spalle l’intera batteria, completata da Jakob Brandner e Markus Gratzer, e portarla fino al termine della stagione.

Difesa: il canadese 29enne di Guelph, Patrick Kudla, fungerà da regista del reparto. Ottimo giocatore, già noto in Europa per le sue esperienze passate con Nové Zámky e Dukla Trenčín in Slovacchia e Litvinov in Repubblica Ceka, nelle ultime tre stagioni Kudla ha totalizzato in East Coast Hockey League - con gli Idaho Steelheads - la bellezza di 140 punti in 171 match. Una gran mano gliela darà Jan Lattner, 35enne di Znojmo, all’ottava stagione ad Innsbruck. Esordio assoluto nel Vecchio Continente, invece, per Cole Moberg, 24enne di North Vancouver, ottima prestanza fisica ma pochi punti nelle ultime tre stagioni con i Florida Everblades in ECHL.

Attacco: ben sei rinforzi canadesi ed uno svedese in un reparto che ha un’età media davvero bassa. Partiamo dall’unico svedese: Sebastian Benker, 33 anni, ala sinistra, prima volta in ICE ed ultima esperienza in Danimarca, a Frederikshavn. Nella sua lunga carriera Benker, il suo, lo ha sempre fatto.

Passiamo alla flotta canadese e partiamo da Benjamin Corbeil, ala di 24 anni, alla prima esperienza europea; proseguiamo con Darien Craighead (centro-ala), 28 anni, lo scorso inverno ad Aalborg con i Pirates dove ha totalizzato ben 68 punti in 44 gare, un ottimo sniper, non c’è che dire; Troy Lajeunesse era compagno di Craighead in Danimarca (57 punti in 46 incontri) e tutto lascia intendere che non dovranno costruire l’intesa tra di loro; Steven Owre, invece, arriva da La Chaux-de-Fonds dove ha salutato con 43 punti su 41 gare. E conosce bene la ICE avendo giocato a Feldkirch due anni fa (62 punti! in quella stagione 31 + 31 in 48 partite); Emmett Sproule arriva dalla Usports, l’identità in cui si propongono le squadre universitarie, dove a New Brunswick ha raccolto l’ultimo anno 43 punti su 29 impegni); chiudiamo infine con Matt Wilkins, un giramondo che si è fatto apprezzare per due stagioni anche con il Gherdëina ed ha conosciuto realtà come Germania, Svizzera, Slovacchia e la Francia...

È tempo di tornare in pista; è nuovamente il momento della ICE Hockey League! 

13 teams ICE 22 23 Copia

 

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L'episodio precedente presentava l'esordio in CHL dopo il Summer Classic.
Anche dopo i primi 2 turni nella penisola scandinava, si confermano le buonissime prestazioni e sensazioni legate ai colori biancorissi: Buona lettura.

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Dopo le sensazioni positive del Südtirol Summer Classic, i primi incontri ufficiali della stagione sportiva bussano alla porta: la CHL porterà le volpi nel profondo nord a confrontarsi con i maestri svedesi e finlandesi. Che stagione sarà?

Chi può dirlo...

volpi cantiere

 

Assi di bastoni #30.Cantiere estivo: si costruisce l'Armata biancorossa per la nuova stagione: per emozionare ancora il pubblico biancorosso in ICE Hockey League e CHL. 

 

di Andrea Scolfaro

3 Foxes

 

La nostra squadra si ritrova per il ritiro di Corvara in Badia e Andrea ci regala una nuova ricca puntata dei suoi Assi di bastoni, per parlare della nuova, lunga stagione che distribuirà l'interesse di noi appassionati fra ICE HL, CHL e Olimpiadi di Milano-Cortina.

di Andrea Scolfaro

ICEHL Coppa

 

 di Andrea Scolfaro

 

Dopo otto mesi di aspri confronti, innumerevoli cambi di scenografia ed acute riproposizioni - condite, a volte, anche da feroci polemiche - tra gli spalti e le piste ghiacciate della ICE Hockey League è calato definitivamente il suo gigantesco sipario. Rigorosamente in velluto rosso.

Richard Wagner, celeberrimo compositore tedesco dell’Ottocento, fu pervicace nel sostenere che quel colore avesse dalla sua la particolarità di assorbire il suono dell’orchestra, annullando in modo unico l’effetto eco, presente nel teatro di Bayreuth. Il palcoscenico che in vita gli fu più caro.

Leggenda vuole che, nel febbraio del 1883, il grande drammaturgo morì a Cà Vendramin, uno dei meravigliosi palazzi lungo Canal Grande, a Venezia. Sorpreso da un attacco di cuore, dopo essersi alzato per l’ultima volta dal treppiede di un pianoforte. In un elegante salone, rosso carminio.

Rosso, come il sangue di Sigfrido nell’Anello del Nibelungo, musicato magistralmente proprio da Wagner.Cà Vendramin

E “versato sui fiori, fino a renderli molli”.

Rosso, come il colore preponderante nelle arene della ICE.

Quello inconfondibile, che cerchiamo e ritroviamo nella maglia del Bolzano, del quale non ci stancheremo mai. E che non è - e non sarà mai - della stessa tonalità delle Rotjacken di Klagenfurt. E nemmeno di quella dei due Tori impressi sulle Lattine.

Rosso, come lo stop che i salisburghesi sono riusciti ad imporre a qualsiasi avversario.4 RBS

Anche quest’anno. Per la quarta volta consecutiva.

Un titolo reiterato. Che è “la replica della replica, della replica” di quello conquistato, in una oramai lontana primavera del 2022.

Rosso, infine, che unito al bianco formano i colori base del palcoscenico del PalaOnda. Riempito quest’anno da oltre centomila anime. Le quali, tutte insieme, hanno filtrato ogni emozione contenuta nel complesso di via Galvani.

L’ultimo atto, prima che calasse il velluto rosso sulla stagione appena conclusa, ha spiazzato più di un addetto ai lavori. A causa della perentorietà. Con la quale i Red Bull si sono letteralmente sbarazzati del loro avversario, nel corso della finalissima.

Quattro a zero, che si potrebbe tradurre anche con un complessivo “tredici reti a due”.

Uno “sprofondo rosso”, che ha letteralmente annichilito Klagenfurt. Sceso sul sentiero di guerra con ben altre prospettive. Ma che è stato costretto ad incassare, proprio sul più bello, un’umiliante lezione di hockey. Dalla sua rivale di sempre, in Österreichische Eishockey-Liga.

In questi playoff, solo il Bolzano ha venduto cara la pelle ai pluricampioni in carica.

Tenendo testa al tentativo di poker orchestrato da Salzburgo. Peraltro riuscito.

E qui parlano i fatti. Non il paranoico amore per la nostra squadra del cuore.

Dopo aver perso il trofeo a soli 108 secondi dall’ultima sirena, nel 2023, e la finale un tantino rubacchiata, nel 2024, il Dottor Kappa aveva studiato nei minimi dettagli la propria doppia rivincita sui Red Bull. Allestendo una guarnigione assetata di gloria.

Glen Hanlon, l’uomo che ne ha successivamente preso il comando sul ghiaccio, godeva della sua totale fiducia. Figlia di una gestione sagace e ponderata. Dimostrata, anche qui nei fatti, nelle due precedenti edizioni della ICE.

Poi, gli eventi che si sono accavallati negli ultimi otto mesi, hanno avuto lo stesso effetto di un malware nel delicato sistema informatico dello spogliatoio biancorosso.

Le chiacchiere, che da sempre ruotano attorno alla squadra ad Hockeytown, storicamente non stanno mai a zero. Gli spifferi, che fuoriescono dal lungo corridoio dei sotterranei della Sparkasse Arena, vengono raccolti da decine e decine di persone. E distillati con una maestria che neanche loro sanno probabilmente di possedere.Hanlon

Le voci che circolano nel nostro ambiente propenderebbero a far credere che Glen Hanlon, pur dall’alto della sua esperienza, non avrebbe potuto prevedere che qualcuno dei suoi non fosse assetato solo di vanagloria. Ma di ben altro.

Il coach di Vancouver, purtroppo per lui, non è uscito indenne dai soliti luoghi comuni. Che lo vorrebbero troppo tenero coi suoi giocatori. E, a causa di ciò, tutto tranne che un vincente...

Da quando Salzburgo ha alzato all’Eisarena il suo quarto Karl Nedwed Trophy consecutivo, molte cose sono accadute e molte altre sono sul punto di accadere.

Iniziamo da ciò che ci riguarda da vicino.

Dieter Knoll e Glen Hanlon si son stretti la mano per l’ultima volta. Dunque, un atto congedante. Che ha, di fatto, messo la parola fine non soltanto all’esperienza a Bolzano. Probabilmente, anche alla carriera di allenatore dell’oramai ex coach biancorosso. I cui doveri familiari, da oggi, saranno finalmente prioritari. Su quelli professionali.

CHL beginOra, il CEO dell’Hockey Club Bolzano è focalizzato sulla scelta del nuovo condottiero con il quale avallare ogni mossa in vista dell’imminente campagna di potenziamento. Necessaria perché la truppa biancorossa si possa allineare a fine agosto, strutturata a modo in ogni reparto, al nastro di partenza della Champions Hockey League. Il più bell’obiettivo conquistato in stagione.

Oltre all’immancabile suggestione Tom Pokel, un profilo che è stato ultimamente accostato all’Armata Biancorossa è quello dell’attuale tecnico della Nazionale italiana: Jukka Jalonen.

Nella sua ultradecennale carriera, il 62enne tecnico di Riihimäki ha fatto incetta di medaglie in Patria. Come head coach della Finlandia.

In un’altra circostanza, nella stagione 2012-2013, Jalonen seppe ricoprire il doppio ruolo. Quando si alternò sia sul pancone del St. Pietroburgo in KHL che su quello della sua Nazionale.

Dieter Knoll e Jukka Jalonen potrebbero avere avuto molto tempo a disposizione per definire la questione. Visti gli otto giorni di training camp della Nazionale italiana alla Sparkasse Arena.

Dopo aver sostenuto le due amichevoli di Sosnowiec con la Polonia, l’Italia avrà qualche giorno di tempo per definire gli ultimi dettagli prima dell’impegno più importante della stagione.2025 IIHF World Championship Division I A

Domenica 27 aprile, infatti, si alzerà il vellutato sipario sui Mondiali Divisione I Gruppo A, in programma a Sfântu Gheorghe, in Romania. Competizione che potrebbe vedere l’Italia tra le protagoniste.

Gli Azzurri faranno il loro debutto quel giorno, alle ore 12.30, affrontando il Giappone. Dopo il quale seguiranno i confronti con Ucraina, Polonia, Gran Bretagna ed i padroni di casa.

In palio ci sono due ingressi nell’Olimpo della Top Division. E l’Italia può cullare legittimamente tutte le sue ambizioni a riguardo.

In attesa delle scelte definitive del coaching staff, questo è l’attuale roster azzurro (a venerdì 18 aprile).

Portieri:

Davide Fadani (HC Ambrì Piotta / Bellinzona Snakes), Jake Smith (Esbjerg Energy) – Damian Clara (Anaheim Ducks).

Difensori:

Dylan Di Perna, Jason Seed, Peter Spornberger (HC Bolzano), Daniel Glira, Luca Zanatta (HC Val Pusteria), Thomas Larkin, Alex Trivellato (Schwenninger Wild Wings), Gregory Di Tommaso (SG Cortina), Gregorio Gios (Asiago Hockey), Phil Pietroniro (Rytiri Kladno).

Attaccanti:

Pascal Brunner, Luca Frigo, Dustin Gazley, Daniel Mantenuto, Anthony Salinitri (HC Bolzano), Ivan Deluca, Mikael Frycklund, Matthias Mantinger, Tommy Purdeller (HC Val Pusteria), Matteo Gennaro, Alex Ierullo, Bryce Misley (Asiago Hockey), Diego Kostner (HC Ambrì-Piotta), Nick Saracino (HC Bolzano/Asiago Hockey), Marco Zanetti (HC Lugano), Daniel Tedesco (Guildford Flames), Alessandro Segafredo (Lions Zurigo).

Dall’imminente azzurro, torniamo al rosso di casa nostra. O, meglio, al biancorosso.

Da giorni il mercato ha riaperto i battenti. Ma i tempi delle primizie dei “botti alle otto” non sono ancora del tutto maturi.

In via Galvani, comunque, si sono registrati i primi movimenti in uscita.

Per la seconda volta in carriera, Cole Hults ha liberato il suo stipetto e salutato il team. Il prossimo settembre lo vedremo indossare la maglia giallonera di Vienna, assieme al fratello Mitch.

Rispettabili fonti austriache rivelano che VSV Villach e Matt Bradley sono agli ultimi dettagli prima di apporre le rispettive firme sul contratto, che li legheranno per la prossima stagione.

Jonny e SamLa stampa locale, invece, ha stilato la lista dei potenziali “partenti”: Dylan Di Perna, Anthony Salinitri, Adam Helewka, Braden Christoffer e Giordano Finoro.

In vista della prossima stagione, ogni tifoso biancorosso vorrebbe tenersi stretto il gruppetto dei cosiddetti “incedibili”: Sam Harvey, Jonny Vallini, Scott Valentine, Enrico Miglioranzi, Luca Frigo, Daniel Mantenuto, Chris DiGiacinto, Dustin Gazley, Brad McClure e Pascal Brunner.

Nell’ideale pacchetto difensivo uno come Simon Bourque dovrebbe esserci a prescindere. Jason Seed e Peter Spornberger invece sono anch’essi fidelizzati alla causa. Solo a Mondiali conclusi, nel riprendere fiato, si metteranno al tavolo con la società.

Capitan Daniel Frank non ha riserve da sciogliere ma siamo certi che l’interessato voglia tornare ad essere quel giocatore che si è sempre fatto apprezzare dalla piazza bolzanina. 

Il destino del “Grande 91”, Mike Halmo, lo conosce bene soltanto lui. A nostro avviso, il ragazzo giunto dall’Ontario nell’estate del 2017, uno dei principali artefici della seconda EBEL biancorossa ed inviso come pochi altri al di là del Brennero, andrebbe comodamente clonato prima che saluti definitivamente Hockeytown. Stasera stessa o fra cent’anni.

FTC Telekom BudapestMolto fervore, come prevedibile, anche nelle franchigie austriache. Mentre il board della Ice Hockey League è stato chiamato a ratificare le richieste di accorpamento di due nuovi team: Ferencváros Budapest, acerrimi rivali dell’Alba Volàn Fehérvár, ed il nuovo profilo societario, amministrato da una grande figura di riferimento qual è Mario Lievore, sorto ad Asiago sulle ceneri della precedente gestione.

Mentre gli ungheresi hanno dimostrato di possedere titoli e garanzie per entrare a far parte della Ice, la domanda inoltrata dalla nuova struttura societaria giallorossa non ha raggiunto il fatidico quoziente di voti, necessari perché Asiago potesse conservare il suo vessillo all’interno di questa Lega. Lievore non si è arreso davanti alla preventivabile evidenza. Dicendosi disposto anche a ripartire dalla IHL, con una squadra composta sostanzialmente da atleti del vivaio.

Dopo la lussureggiante festa allestita in occasione del suo ennesimo trionfo, Salzburgo è stata costretta a salutare alcuni dei suoi attori principali.

Chay Genoway ha chiuso con l’hockey giocato. Il navigato colosso d’acciaio del pacchetto arretrato, la cui assenza per infortunio non è sorprendentemente pesata durante i playoff, si è congedato dalla città di Mozart dopo aver messo in bacheca ben tre trofei con i Red Bull.

Ryan Murphy, uno dei migliori difensori two-way ammirati in Europa, anche nell’ultima Champions, dopo due titoli consecutivi ha espresso il desiderio di voler affrontare nuove sfide professionali, smettendo la maglia numero 24 delle Lattine. Sulle sue tracce ci sono già alcuni dei team più prestigiosi del Vecchio Continente.

Anche due giovanissimi profili nell’orbita della Ice Hockey Academy della Red Bull, ovvero i germanici Philipp Sinn e Philipp Krening, verranno liberati dai salisburghesi, nell’attesa che si conoscano i loro prossimi approdi.

Ci spostiamo in Carinzia, per registrare il personale addio di Steven Strong dopo 10 anni (e 578 match) spesi con le Rotjacken di Klagenfurt. Strong percorrerà il tragitto inverso. Che lo ricondurrà a Villach. Dove il trentaduenne difensore è di casa.

I vicecampioni devono tenere conto anche della anticipata partenza dell’ottimo attaccante canadese Kevin Clark, dopo appena 21 incontri in maglia KAC. Verrà ricordato a Klagenfurt soprattutto per la magia che decise gara-5 di semifinale contro Linz.

A proposito delle Black Wings, in questi giorni sono state ufficializzate le conferme di alcuni dei suoi titolarissimi: in primis Rasmus Tirronen e Logan Roe, l’asse difensiva sulla quale poggia il team della città dell’acciaio. Inoltre, Philipp Lukas potrà nuovamente contare su Shawn St-Amant, il 25enne attaccante da brivido delle “Ali Nere”. Ma il vero colpo di mercato a Linz, per il momento, è l’aver blindato il promettentissimo ventenne Patrick Söllinger, prodotto del suo vivaio, una delle più grandi sorprese dell’ultima edizione della ICE.

Dopo aver speso una barca di quattrini, i Graz 99ers stanno rifacendo il look alla franchigia.

Il “misero” quarto di finale conquistato in stagione, e gettato clamorosamente alle ortiche dopo essersi trovati avanti 3-1 nella serie con le redivive Black Wings, ha indotto alle estreme misure il direttore sportivo dei 99ers, Philipp Pinter. Il quale, non rinnoverà il contratto con Sam Antonitsch, Jacob Pfeffer, Michael Kernberger, Ramon Schnetzer, Rok Tičar e Stephen Harper.

Per contro, Pinter ha avuto la soddisfazione di chiudere con un neo-campione: il gigantesco difensore dei Red Bull, Paul Stapelfeldt. Che ha accettato di buon grado il biennale propostogli.

L’ultimo colpo di una certa rilevanza, in questa prima finestra di mercato, lo ha saputo piazzare l’HC Innsbruck. Dove si è accasato un ottimo regista difensivo. Qual è il canadese 29enne di Guelph, Patrick Kudla.

Già noto in Europa per le sue esperienze passate con Nové Zámky  e Dukla Trenčín in Slovacchia e Litvinov in Repubblica Ceka, nelle ultime tre stagioni Kudla ha totalizzato in East Coast Hockey League - con gli Idaho Steelheads - la bellezza di 140 punti in 171 match.

Se vogliamo chiudere nel modo più degno il nostro panoramico focus, a 360 gradi, non si può eludere il più grande palcoscenico esistente al mondo, quello della National Hockey League. Venerdì scorso è calato il sipario sulla regular season (1312 incontri totali, seguiti da oltre 20 milioni di spettatori!). Che ha vissuto a New York il suo momento più alto, nella notte di domenica 6 aprile quando, nel match tra gli Islanders ed i Washington Capitals, Aleksandr Michajlovič Ovečkin (a settembre 40 anni) ha fatto cadere il primato di reti (894) realizzate in carriera in NHLOve vs 99, appartenuto a Wayne Gretzky, il Più Grande.

Fino a qui, Winnipeg e Washington sono stati dominanti. E gli ultimi duelli, per la definizione della griglia degli ottavi di finale, si sono decisi proprio all’ultima delle 82 giornate in programma.

Nonostante rush finali davvero importanti, con quattro vittorie consecutive a testa, Calgary e Columbus sono rimaste fuori dai giochi. Per buona pace di St. Louis, cresciuta moltissimo negli ultimi mesi, ad Ovest. E di Montreal e New Jersey, ad Est.

Gli ottavi di finale (ultimo aggiornamento - lunedì 21 aprile):

Toronto Maple Leafs - Ottawa Senators (gara 1: 6-2; serie 1-0): i primi non vincono dal lontano 1967 ed hanno la tendenza a dissipare la stagione proprio ai playoff. Inoltre, i Senators sono la peggior squadra che avrebbero potuto incontrare lungo la strada verso i quarti di finale. Buona la prima per Toronto. E fagiolata finale - al 59’16” - con 13 giocatori spediti in panca puniti, tutti con penalità minori.

Tampa Bay Lightning - Florida Panthers (serie: 0-0): ottavo di fuoco. Tampa ha tutto per arrivare in fondo. I Panthers sono i campioni uscenti ma non sembrano croccanti come lo scorso anno.

Washington Capitals - Montreal Canadiens (serie: 0-0): Ovi vs. Samuel Montembeault. Non il duello che sposterà l’esito della serie. Ma certamente uno dei più emblematici. Attenzione a Montreal (soprattutto a Nick Suzuki e Cole Caufield). I Canadiens potrebbero essere la mina vagante del lotto. Come nel 2021.

Carolina Hurricanes - New Jersey Devils (gara 1: 4-1; serie: 1-0): le previsioni su questo ottavo di finale sono all’insegna dell’estremo equilibrio. Da qui, una delle due potrebbe spiccare un volo destinato ad arrivare molto in alto.

Winnipeg Jets - St. Louis Blues (gara 1: 5-3; serie: 1-0):  i rispettivi bioritmi sono lampanti. Una è stata dominante nel lungo periodo. L’altra nel breve. I Blues non hanno nulla da perdere. Per loro vale lo stesso discorso fatto per i Canadiens. Ma attenzione a Mark Scheifele (WJ), già immerso nel mood playoff. Pesantissimo regolamento di conti sul finale di gara 1: 100 minuti di penalità per eccessiva durezza, distribuiti su dieci giocatori. Aspettiamoci di tutto in questa serie.

Dallas Stars - Colorado Avalanche (gara 1: 1-5; serie 0-1): Nathan McKinnon (due gol in gara 1) e Cale Makar vorrebbero affettare Dallas. Ma le Stars sono un cliente davvero difficile da affrontare. Se Jake Öttinger (fenomenale goalie di Dallas) manterrà le percentuali di inizio aprile, sarà una serie estremamente equilibrata. Occhio al possibile ribaltone dei texani.

Vegas Golden Knights - ThomasMinnesota Wild (gara 1: 4-2; serie 1-0): il deserto del Nevada è davvero ostico ed inospitale. Capitan Stone è un maestro nel catechizzare lo spogliatoio. Servirà la miglior Minnesota. Ma potrebbe anche non bastare, contro una formidabile coppia di portieri come Adin Hill (partente in gara 1, match deciso ad 1” dalla sirena da un empty-net gol di Brett Howden) ed Ilya Samsonov.

Los Angeles Kings - Edmonton Oilers (serie: 0-0): tutti attendono gli Oilers. O meglio sarebbe dire Connor McDavid e Leon Draisaitl. Anche loro non vincono dal 1967. Una maledizione. Ma attenzione ai Kings. Capaci di exploit notevoli in regular season. E quindi accreditati a continuare il loro cammino.

Dopo il capitolo dedicato all’universo NHL... permetteteci di chiudere la nostra rubrica rivolgendo una carezza piena di commozione a Thomas Commisso. Che il tuo personale modo garbato di stare al mondo ed il tuo talento non siano mai dimenticati.

Ciao Tommy, riposa in pace...