Alla fine è andata come tutti speravamo e l’entourage biancorosso si è guadagnato qualche giorno di riposo in più, risparmiando a tutti, autisti del pullman biancorosso compresi, un 3° viaggio di andata e ritorno alla volta di Bratislava.
Condividiamo, col permesso dell’amico Kurt Platter, che ringraziamo, il suo interessante e bel articolo, pubblicato sul Dolomiten di sabato 20 marzo.
Sabato mattina verso le 8 il pullman della squadra dell'HCB – grazie anche a nessun imprevisto sulla strada del ritorno – ha girato nel parcheggio davanti al PalaOnda di Bolzano. I giocatori, gli allenatori e i collaboratori, dopo la partita del 4° quarto di finale a Bratislava, hanno trascorso la notte per buone 8 ore in autobus. Di solito si parte circa un'ora dopo la fine della partita. “Durante quest'ora i giocatori fanno la doccia e cenano in modo da poter poi intraprendere il viaggio", dice Alex Neulichedl. Lui e suo fratello Klaus sono i proprietari della compagnia di autobus “Latemar Reisen" a Monguelfo. "Siamo partner del HCB fino dal accesso in EBEL nell'estate del 2013 e da allora abbiamo “scarrozzato” il team in tutta Europa.
Nel primo anno abbiamo percorso quasi 27.000 chilometri, e finora questo inverno circa 21.000. In totale, saranno quasi 200.000 chilometri", calcola Alex. Sono circa 670 chilometri da Bolzano a Bratislava. Per questo tragitto sono necessari 2 autisti. Uno è Alex Neulichedl, l’altro Gunther Herbst.
"Solo per raggiungere Székesfehérvár c’è più strada da fare. Calcoliamo 7 ore di solo viaggio fino a Bratislava. In totale siamo in viaggio per 8 ore. Prima della crisi dovuta al virus, ci fermavamo due volte dopo aver percorso circa 600 chilometri per sostare e mangiare in autogrill", dice Neulichedl. “Tutto è mutato dallo scoppio del Corona virus. In Austria tutti i viaggiatori devono sempre avere con sé gli esiti di un test negativo non più vecchio di 48 ore. Ci sono regolari controlli. Alle frontiere spesso è come una lotteria: si può rimanere bloccati in un incolonnamento anche per un'ora", assicura l'autista del bus che è partito giovedì da Bolzano alle 9.30 con l’ultramoderno autobus “Setra” di 14 metri, dotato di 54 posti a sedere e servizi igienici. Neulichedl: "l’entourage del team HCB è composto da 28 persone, motivo per cui ognuna di loro ha praticamente un doppio posto". Giovedì all'ora di pranzo, i giocatori hanno mangiato pasti al sacco sull'autobus. “abbiamo poi fatto una sosta di 15 minuti dopo 3 ore buone di viaggio per sgranchire le gambe e respirare una boccata d’aria fresca.
Dopo il cambio autista, siamo giunti nella capitale slovacca, dove siamo arrivati alle 18:00”, ci racconta Neulichedl ripensando al viaggio di andata. I due autisti dell’autobus sono alloggiati nello stesso hotel del team durante le trasferte. L'HCB ha recentemente soggiornato in 2 diversi hotel, conferma Daniel Frank: "siamo stati all'Hotel 'Merkur' lo scorso fine settimana. Per essere più tranquilli a causa del Covid-19, abbiamo mangiato nelle camere. Ovviamente è un peccato che non abbiamo potuto cenare tutti insieme. Il mio compagno di stanza Ivan Tauferer e io ci siamo comunque divertiti. Infine, sabato sera, abbiamo trasformato la cena in una cena a lume di candela. Durante il nostro secondo viaggio a Bratislava abbiamo alloggiato nell'hotel "Premium", dove avevamo una sala da pranzo separata".
I sedili sono chiaramente distribuiti nell'autobus. Le file posteriori sono riservate al nucleo dei locali. Oltre ad Anton Bernard, Marco Insam, Ivan Tauferer, Luca Frigo e me, anche Mike Halmo può sedersi dietro", sorride Frank e aggiunge: "Durante il viaggio alcuni dormono, altri leggono, guardano film su Netflix o giocano a “shnarps”. Soprattutto, i nostri stranieri si divertono con questo gioco di carte molto popolare e divertente nei circoli di hockey sul ghiaccio nordamericano. Noi altoatesini e Halmo, invece, giochiamo con i cellulari a watten on-line".
Il ritorno a casa, d'altra parte, a volte può essere una tortura. Alcuni di noi hanno grandi difficoltà a dormire sull'autobus e non chiudono quasi mai occhio, in questi casi il viaggio diventa interminabile. Per fortuna non ho mai avuto problemi a dormire. Domenica scorsa ho dormito almeno 5 ore e quando sono tornato a casa sono andato di nuovo a letto. A volte dopo lunghi viaggi faccio ancora un “pisolino” nel pomeriggio; ci racconta Daniel. Gli autisti di autobus sono abituati a guidare di notte ma non è sempre facile neanche per loro. “Queste nottate lasciano il segno: il giorno dopo è sempre un calvario, non riesci proprio a “carburare” in nessun modo, confessa Neulichedl. Non è l'unico a sperare che questa sia l'ultima trasferta dell'HCB a Bratislava per questa stagione.
Ringraziamo ancora per la sportiva disponibiità Kurt Platter, Dolomiten e Athesia.(la foto del pullman è del Dolomiten)