È alle porte la terza edizione del Südtirol Summer Classic, il torneo organizzato dall’HC Bolzano che sta diventando un piacevole appuntamento nel panorama delle partite estive di preparazione alla nuova stagione. Anche quest'anno l'HCB, per questo evento, ha invitato tre grandi società di caratura internazionale che si daranno battaglia per la conquista del trofeo. Iniziamo oggi a conoscere la storia della squadra svizzera dell'HC Fribourg-Gottéron.
L’attività hockeistica cittadina nasce per la volontà di alcuni adolescenti che iniziano a giocare un hockey pionieristico negli stagni dell'allevamento ittico della valle del Gottéron, dal nome del torrente che sfocia nella Sarine nel quartiere Auge di Friburgo. Sei di costoro, Eugène Jaeger, Albert Jelk, Joseph Jelk, Jean Mulhauser, Walter Schieferdecker e Alphonse Zahno, il 1° dicembre 1937 si ritrovarono nella cucina della famiglia Schieferdecker per fondare l’Hockey Club Gottéron che fu affiliato alla Federazione Svizzera di hockey su ghiaccio dopo la stesura di uno statuto e la nomina del primo presidente, Jean-Jacques Brohy.
Costretto a giocare le sue prime partite sulle piste degli avversari e ad affittare il ghiaccio al Ka-We-De di Berna, l'HC Gottéron nel 1941 ebbe finalmente, grazie allo sforzo titanico degli abitanti del luogo, la sua pista ghiacciata che venne eretta ai piedi del Couvent des Augustins (Convento degli Agostiniani). Grazie all’impianto dalla stagione 1941/42 è iscritto alla Serie B (SUI-3) dove dopo qualche anno di apprendistato nel 1946/47 arriva fino alla finale zonale dello Jura ma si deve arrendere allo Le Locle. Grazie a questo risultato dopo la riforma dei campionati, per la stagione 1947/48, viene ripescato in Seria A (SUI-3) dove si ferma ancora alla finale zonale contro la seconda squadra del Young Sprinters Neuchâtel. L’anno successivo finalmente supera l’ostacolo zonale battendo HC Le Locle e arriva al girone finale Romande, ma sarà HC Château-d'Oex ad accedere alla finale nazionale. Il Gottéron deve attendere la stagione 1951/52 per arrivare finalmente alla fase finale della serie A, dopo una stagione ricca di soddisfazioni si deve arrendere in semifinale al EHC Grindelwald che oltre al titolo di categoria riuscirà poi a vincere lo spareggio di accesso alla NLB (SUI-2). Percorso che i friburghesi riusciranno a emulare già la stagione successiva (1952/53), infatti nonostante la sconfitta nella finale nazionale da parte della squadra dei veterani del Zürich SC (per regolamento le squadre di veterani non potevano accedere alla categoria superiore) disputa lo spareggio promozione in cui si impone sul EHC Thalwil. Quindi dal 1953/54 è in NLB (SUI-2) che disputerà per 21 stagioni consecutive. Già nel 1954/55 arriva al girone finale e termina al secondo posto dietro l’HC La Chaux-de-Fond che verrà promosso. Deve aspettare sette anni e nel 1960/61 torna a disputare la finale di categoria che porta alla promozione ma purtroppo sarà il SC Langnau a vincere. Per cercare di avere più seguito all’interno di tutto l’omonimo cantone, dalla stagione 1967/68, cambia denominazione HC Fribourg. Negli anni continua ad ottenere discreti risultati arrivando come miglior piazzamento (1971/72) al terzo posto al girone finale di promozione. Successivamente si trova a disputare diversi gironi di mantenimento e nella stagione 1975/76 retrocede in 1re ligue (SUI-3). Questa bocciatura diventa inaspettatamente una nuova spinta propulsiva che in pochi anni portano la squadra a successi insperati. Anche se l’anno seguente perde a gara 3 una delle due finali di promozione contro il Neuchâtel Sports Young Sprinters HC si rifà subito nel 1978/79 battendo l’HC Martigny e ritornando in NLB (SUI-2). Dopo un anno di assestamento, nel 1979/80 arriva la cavalcata attesa da tanti anni: vince il girone di promozione davanti al Zürich SC e accede per la prima volta in NLA (SUI-1).
Questo grande avvenimento motiva il sodalizio a rendere omaggio alle sue origini modificando, dal 1980/81, il nome sociale in HC Fribourg-Gottéron. Ad oggi le stagioni di massima serie sono ben 43 tutte consecutive con il conseguente record, per la svizzera, di non essere mai retrocesso. Da subito è abbastanza competitivo migliorando di stagione in stagione infatti già nella stagione 1982/83 termina al secondo posto dietro al EHC Biel-Bienne.
L’impianto Les Augustins, con le sue gradinate sgangherate e il tetto provvisorio, non soddisfa più gli standard della NLA e dal 1983/84 la squadra si trasferisce in un nuovo impianto alla periferia della città, appena fuori dall'autostrada, sull'altopiano di Saint-Léonard. Questo spostamento viene visto come un tradimento dai tifosi che hanno un legame strettissimo con il quartiere popolare Basse-Ville che ha dato molti giocatori alla prima squadra. Infatti i ragazzi locali, che vivono spesso ai margini, sono soprannominati i “teppisti della Basse” la cui rudezza però si trasforma spesso in coraggio sul ghiaccio. Proprio per questo attaccamento e in segno di rispetto in occasione delle ultime partite disputate a Les Augustins i giocatori della squadra indossarono una fascia nera in segno di lutto.
Dopo due stagioni discrete al momento dell’introduzione del play-off la squadra è in difficoltà e riesce ad accedere per la prima volta solo al quarto tentativo nel 1988/89 ma uscendo subito ai quarti di finale, sorte che si ripete l’anno seguente. Nella stagione 1990/91 il presidente Jean Martinet accetta le proposte di un agente e ingaggia il duo russo del CSKA Mosca Vjačeslav Bykov (Slava) e Andrej Chomutov facendo fare al sodalizio svizzero un salto di qualità notevole. La prima stagione la corsa al titolo si ferma in semifinale per mano del SC Bern. I tre anni successivi sono di grande spettacolo con la disputa di tre finali consecutive. Purtroppo nessuna delle quali con il risultato positivo, infatti saranno l’SC Bern (1991/92), e il EHC Kloten (1992/93 e 1993/94) a vincere il titolo. Dopo diverse semifinali disputate bisogna però attende la stagione 2012/13 per ritrovare l’HC Fribourg-Gottéron in finale. Dopo aver vinto la stagione regolare e avere superato l’EHC Biel-Bienne e il ZSC Lions si trova davanti come ultimo ostacolo gli Orsi bernesi. Ma la storia si ripete e come venti anni prima deve lasciare che il trofeo, dopo sei combattutissime gare, vada nelle mani del SC Bern.
A livello internazionale prende parte a due edizioni della Coppa Spengler (1992-2014) arrivando a disputare la semifinale nella seconda occasione. Partecipa a cinque edizioni della Champions Hockey League, il miglior risultato è la sfida di semifinale, nella stagione 2016/17, contro i campioni in carica del Frölunda HC che dopo ave superato gli svizzeri alzeranno nuovamente il trofeo.
La società di Friburgo, i cui colori sociali sono il bianco e nero, ha disputato le sue partite casalinghe sulla pista Patinoire des Augustins inaugurata nel 1941 (4.800 posti) e che fu coperta nel 1965 riducendo la capienza a 4.050. Successivamente, dalla stagione 1983/84, si trasferisce alla Patinoire de Saint-Léonard impianto coperto costruito sull’omonima collina cittadina che può ospitare 7.720 spettatori. Il palaghiaccio, che dalla stagione 2010 prende il nome commerciale di BCF Arena per effetto del patrocinio dell’istituto di credito Banque Cantonale de Fribourg, è stato oggetto di numerosi interventi di manutenzione, ultimo dei quali quello terminato nel 2020 che ha portato la capienza a 9.042 posti.
Dalla stagione 1994/95 la società, traendo spunto dalle diverse leggende della valle del Gottéron, ha adottato il drago come simbolo. Ancora oggi, nelle fredde giornate invernali nella Basse-Ville quando soffia la brezza della valle, in molti dicono di sentire il suo acuto verso.
L’unico precedente con l'HC Bolzano risale al 22 febbraio 1970. Quello giocato al Palaghiaccio della Ciudad Deportiva di Madrid, su invito del Real Madrid CF in occasione dell’inaugurazione del nuovo impianto, fu un vero e proprio evento: per la prima volta, infatti, l’HCB fu trasmesso in TV (su suolo spagnolo) in questo match giocato in corrispondenza di una gita premio di fine stagione. Sul ghiaccio il Bolzano si fece valere, piegando gli elvetici (che all’epoca giocavano nel secondo campionato svizzero) per 7 a 2, grazie alle cinque reti del cecoslovacco Jiří Dolana e ai goal di Arnaldo Vattai e Giancarlo Benvenuti.
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