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Dopo le sensazioni positive del Südtirol Summer Classic, i primi incontri ufficiali della stagione sportiva bussano alla porta: la CHL porterà le volpi nel profondo nord a confrontarsi con i maestri svedesi e finlandesi. Che stagione sarà?

Chi può dirlo...

 

La persiana è a comando elettrico, come tutte le altre presenti nella casa clima A Nature. Di nuovissima generazione.

L’uomo ha ancora gli occhi socchiusi. E la solleva delicatamente, agendo sull’interruttore alla destra del suo letto matrimoniale. Sapendo bene che, a quell’ora, uno sfaccettato raggio solare entrerà dirompente nella sua camera da letto, rendendola abbagliante. 

Una smorfia di netto disagio accompagna il suo personale saluto al sole.

La notte, evidentemente, non deve essere trascorsa veloce e leggera.

“Ho la testa che mi scoppia. Deve essere stata tutta quella birra al Palaonda, ieri sera...”.

Il suo primo pensiero suona come un’impietosa auto-analisi della serata lasciata alle spalle.

Tra poco meno di un’ora dovrà presentarsi all’appuntamento fissato da giorni con una donna.

L’immagine riflessa nello specchio del bagno non è del tutto incoraggiante. Ma, dopo una doccia quasi gelida ed una robusta colazione, l’aspetto passa da impresentabile a più che accettabile.

Un paio di pizzichi con le dita, a modellare una leggera dose di cera per capelli, ed in un minuto l’uomo è già seduto in auto.

Nonostante il tradizionale incolonnamento nel traffico del mattino, l’uomo entra in vantaggio, sulla sua personale tabella di marcia, nel cortile di un condominio che frequenta da tempo. E, di conseguenza, nell’appartamento della signora di mezza età. La quale, apprezza particolarmente la puntualità dei suoi clienti.

“Chissà cosa salterà fuori da questo incontro con Amneris...”.

L’uomo viene accolto con neutra deferenza dalla padrona di casa.

Già nel corso del loro primo appuntamento, molto tempo addietro, lui sentì addosso una sorta di impellente curiosità. E non potè fare a meno di chiederle la provenienza ed il significato di un nome così fuori dall’ordinario.

“Ha presente l’Aida, di Giuseppe Verdi? È il nome della figlia del faraone. Innamorata di Radames. Me lo attribuì mio padre, grande appassionato di opere liriche...”.

Solo una chiaroveggente poteva ritrovarsi cucito addosso un nome tanto atavico. Una curiosa  consuetudine, a dir poco consolidata, di molte professioniste che rappresentano la categoria.

“È già tempo della nostra chiacchierata. Si vuole accomodare?”

L’uomo non esitò. E cominciò a dipanare il gomitolo di considerazioni, presenti nella sua testa.

pancone HCB“Sono qui per gli stessi motivi, quelli di sempre. Lei conosce oramai fin troppo bene le mie insicurezze. Perciò vorrei sapere se la mia relazione coniugale resterà solida, come la vedo ora, se godrò in futuro di buona salute e...”.

“Aspetti che l’aiuto. Perché oggi la sento un po’ titubante!”

L’uomo non ebbe nulla da obiettare. E con un cenno degli occhi concesse ad Amneris di completare le richieste al suo posto.

“Lei vorrebbe ancora sapere da me come si comporterà quest’anno la sua amata squadra biancorossa, vero? Lo sa che lei è davvero il primo ed il solo cliente appassionato di hockey che io abbia mai incontrato nel mio lungo cammino a braccetto con la chiaroveggenza?”.

La frase rimase scolpita nel marmo di un imbarazzo molto più che palpabile. E mise quell’uomo lievemente a disagio.

“Ma io sono qui per trovare assieme a lei le auspicate garanzie - disse la donna, accorgendosi del cambio di espressione del suo cliente -. Quindi apra le orecchie. E mi ascolti bene...”.

Dopo un’ora abbondante, lui su ritrovò seduto, in silenzio, nuovamente all’interno della sua auto. Nel cuore una speranza, meglio definita rispetto al passato. Scaturita quando Amneris lo congedò cordialmente, con queste emblematiche parole...

“Continui a coltivare il suo sogno. Che è lo stesso, immagino, di tutti gli amici con i quali frequenta l’ambiente dell’hockey. Questo potrebbe essere realmente l’anno buono. Quello in cui potreste vedere esauditi i vostri auspici!”

Avrete certamente intuito che l’episodio, protagonisti: un uomo insicuro ed Amneris, è puramente fantasioso. In equilibrio tra l’assurdo ed il surreale.Summer Frank

Ma sarei davvero curioso di capire: quanti di voi, o di noi, si affiderebbero ad una esperta del paranormale per sapere con grande anticipo quale sarà - al termine della stagione - il destino dell’Hockey Club Bolzano? Soprattutto dopo aver assistito a due serate, tanto intense quanto spettacolari, di Südtirol Summer Classic? 

Le risposte a queste domande le ha già date Amneris, la nostra esoterica avatar.

“Continuate a cullare il vostro sogno di fine estate!”.

Sarà soltanto hockey d’agosto, ma è un fondamentale apripista al primo importante appuntamento con la storia che stiamo apprestandoci a vivere assieme all’Armata Biancorossa.

Quello riservato alla Champions Hockey League.

Sono moltissimi gli indizi favorevoli lasciati sul ghiaccio del Palaonda al termine della “due giorni” dedicata alla Südtirol Summer Classic.

Li aveva quasi preannunciati proprio il Dottore, Dieter Knoll, nella sua lunga ed articolata disamina avvenuta nel corso del Media Day di giovedì scorso.

Abbracciando, nella sua analisi, tutti gli elementi che comporranno l’imminente stagione agonistica (ovvero staff tecnico, roster, sponsor, competizioni, arbitri e quant’altro) il Dottor Key ha illustrato alla stampa quanto lunghi, articolati ed impegnativi fossero stati gli ultimi mesi per i quadri societari dell’Hockey Club Bolzano. Non nascondendo una certa soddisfazione nell’osservare quanto lo confortasse il brillante risultato conseguito da tanto lavoro.

Le quattromila anime che si sono sommate sugli spalti della nostra cattedrale dell’hockey sono state sdoganate dalla manifestazione estiva con la netta convinzione che questa squadra abbia un potenziale che potrebbe riportarla ai fasti vissuti nelle due stagioni della magnificenza, ovvero il 2014 ed il 2018. 

Kurt e FabioPartiamo da una prima considerazione, che non è la più emblematica ma serve a preparare l’ambiente alle suggestioni.

Kurt Kleinendorst ha saputo immediatamente allacciare rapporti stabili e consolidati con tutti i membri del suo staff. Lo si è potuto notare in modo evidente ogni qual volta l’head coach ha lasciato il pancone negli intervalli dei due incontri di Summer Classic. Il tecnico statunitense ha sempre attraversato la pista ghiacciata, nel breve tragitto verso gli spogliatoi, accompagnandolo con un fitto conciliabolo intercorso con il suo associato, Fabio Armani.

Significativo, perché lascia comprendere quanto importante sia per il tecnico statunitense il dialogo e la condivisione. Con tutti, nessuno escluso. A dimostrazione del fatto che solo un ambiente coeso ed affiatato può proiettarsi con fiducia verso gli auspicati obiettivi.

In parole povere: mentalità.

“Il singolo non può essere più importante del gruppo!”.

Come era solito annotare il suo mentore: Lou Lamoriello.

Sul ghiaccio, la squadra ha trasmesso al pubblico la netta sensazione della sua compattezza. E di un affiatamento quasi improbabile da rammentare nelle ultime stagioni. Superiori, opinione che non deve essere forzatamente condivisibile, anche al legame che si creò all’interno dello spogliatoio nel non lontano 2023, quando il Bolzano di Glen Hanlon e dei fratelli Hults fallì al Palaonda la cattura del Karl Nedwed Trophy nella fatale gara 7 contro i Red Bull di Salisburgo.

Altro fattore importante: nel Classic, Kleinendorst ha pescato a piene mani nel roster a sua disposizione. Giocando talvolta a quattro linee anche in difesa. Ciò significa che anche Enrico Larcher, uno dei due Under 24, ha avuto minuti a disposizione per esibire la merce del suo personale equipaggiamento tecnico ed agonistico.Vallini

Il coach è stato particolarmente apprezzato anche per la rotazione dei portieri. Affidando al Sindaco, ovvero Jonny Vallini, un’occasione importante: la responsabilità di difendere la gabbia proprio nella finale contro i ceki dello Skoda Plzen. Il portiere bolzanino è stato gigantesco sul ghiaccio. Dimostrando prontezza di riflessi e colpo d’occhio da grande goalie. Figli di un’invidiabile condizione, costruita con impegno e sudore nel raduno di Corvara. In questo modo Vallini ha ripagato con moneta sonante la fiducia dimostratagli da Kleinendorst.

Uno shutout che consolida tra i biancorossi una precisa sensazione.

Quella di avere a disposizione due grandissimi portieri.

La nostra analisi cala doverosa anche sugli altri due reparti: difesa ed attacco. Dove i nuovi arrivati hanno già dimostrato una buona intesa e la giusta armonia con i compagni di squadra.

Mark Barberio, Max Gildon e Philip Samuelsson si sono presentati al popolo biancorosso offrendo prestazioni all’altezza della loro fama. Siamo solo a fine agosto ma lo spessore del singolo giocatore comincia già ad emergere.

Se Gildon e Samuelsson portano in dote al reparto difensivo tanta qualità - e quei chili e quei centimetri in più, che in passato sarebbero serviti come il pane in tavola - lasciateci sprecare qualche considerazione extra per Barberio.

BarberioIl 35enne cresciuto ai piedi del Mont Royal, l’identificativo colle rigoglioso di verde, sotto il quale sorge Montreal, ha già fatto emergere lampi della sua classe cristallina. Pattinaggio elegante e spettacolare, dinamicità, visione di gioco panoramica, personalità da leader e la giusta intensità negli angoli.

Un grandissimo acquisto, davvero.

Molto bene anche il resto della truppa a difesa della gabbia.

Scott Valentine ha sbrigato le pratiche difensive con la solita autorità ed ha accompagnato le prime uscite biancorosse di Enrico Larcher, con la giusta autorevolezza.

Dylan Di Perna e Jason Seed sono oramai delle garanzie.

Enrico Miglioranzi infine, ha mostrato a tutti la sua integrità fisica e di essere tornato con la tenace intenzione di riprendersi ciò che gli è sempre appartenuto. Un ruolo preponderante sul perimetro ghiacciato.

L’attacco è piaciuto in particolar modo nella seconda delle due uscite al Palaonda. Specialmente quando ha dato spettacolo nel corso del secondo periodo contro Plzen.

Il gran gol di Shane Gersich, costruito meravigliosamente sull’assist sontuoso di un Dustin Gazley già ai suoi soliti standard di rendimento, e altre cinque nitide occasioni da rete, sono fuoriusciti dal vaso di Pandora della frazione centrale.

La prima linea (Cole Schneider, Brett Pollock e Chris DiGiacinto) ha denotato qualche comprensibile ritardo di preparazione. Schneider e Pollock, in particolare, hanno fatto intendere di avere bisogno di altre ore di ghiaccio prima di riuscire ad esprimere tutto il loro potenziale. Restano comunque assolutamente favorevoli le impressioni sul loro conto.DiGia

DiGiacinto ha battezzato alla sua maniera il personale esordio stagionale. Con una grinta ed una carica agonistica oramai di casa al Palazzo. La sua presenza sul ghiaccio preannuncia lo spettacolo, immancabilmente.

Bryce Misley, ragazzo di poche parole, concreto e poco appariscente, non ha nulla di particolarmente impellente da dimostrare. Sa che la piazza lo conosce e lo rispetta. E sta lavorando per crescere, con la calma e la tranquillità che lo contraddistinguono.

Il pacchetto di care, vecchie conoscenze, formato da Matt Bradley, Brad McClure, Luca Frigo e Michele Marchetti ha già dimostrato di non aver perso un componente fondamentale del proprio bagaglio tecnico, ovvero il fiuto del gol.

Bradley e Marchetti hanno già avuto la soddisfazione di gonfiare la rete.

McClure (davvero poco fortunato contro Plzen) e Frigo dovranno solo calibrare meglio i loro goniometri. Magari già in Champions...

Due Daniel hanno vissuto invece in modo diametralmente opposto l’evento internazionale della scorsa settimana al Palaonda. Mantenuto si è accomodato in tribuna per una banale contusione ad un piede. Frank invece meriterebbe un capitolo a parte, per la ritrovata brillantezza che ha contraddistinto la sua presenza sul ghiaccio. Si tratta ovviamente di una piacevolissima sorpresa. Perché il Capitano ha saputo lasciarsi alle spalle un periodo culminato da un bruttissimo infortunio. E ripartendo alla pari con i compagni, fin dai primi istanti del raduno badiota, è stato tirato a lucido dalla “cura Kleinendorst” con effetti immediati, che sono stati certamente apprezzati dal pubblico di fede biancorossa.

Un incitamento, affettuoso e colmo di rispetto, vorremmo infine rivolgerlo a Pascal Brunner.Team Summer

Il ragazzo ha dato tutto ciò che poteva nelle due uscite del Summer Classic. In termini di impegno e sacrificio. Si è sbattuto con grande generosità in copertura. Forse gli manca ancora quel pizzico di “sniper instinct”, fondamentale per un attaccante. Ciò che distingueva, per intenderci, le prestazioni di suo padre Markus.

Un buonissimo Bolzano, insomma.

Di nuovo vincitore, dopo 6 anni di attesa, dell’evento internazionale organizzato entro le proprie mura. Un team nato e cresciuto in modo esponenziale nel breve volgere di una ventina di giorni appena. Che ora sta preparando, al sicuro nel suo bunker, il delicato sbarco in Scandinavia, concentrato su due date: venerdì 29 a Göteborg e domenica 31 a Rauma.

È tempo di Champions Hockey League, signori.

Dopo le amichevoli con i tedeschi del Nürnberg Ice Tigers ed i ceki dello Škoda Plzeň, comunque probanti, è giunta l’ora di indossare l'elmetto e di scendere in trincea nel Profondo Nord europeo.

Sarà il Frölunda, venerdì di questa settimana, ad aprire la “kermesse dei campioni” all’Armata Biancorossa. E si giocherà molto probabilmente al periferico Frölundaborg vista l’indisponibilità dello Scandinavium, il tempio dalle torri in acciaio, con le sue 12.000 poltroncine.

FribergGli Indiani rossoverdi, guidati da capitan Max Friberg, rimpiangono ancora il ritiro dall’attività agonistica di una vera e propria icona come Joel Lundqvist, un migliaio di presenze in carriera con la maglia della franchigia di Göteborg. Ma stanno vedendo crescere i rampolli più promettenti del loro pregiato settore giovanile. Due i prospetti più eclatanti in materia, già nelle rotazioni della prima squadra da almeno un paio di stagioni. Si tratta del ventenne Noah Dower-Nilsson NoahDowerNilsson (centro potente e molto mobile, già opzionato dai Detroit Red Wings) e della diciassettenne ala finlandese Max Westergård (al debutto lo scorso anno, a 16 anni appena compiuti, già opzionato anch’egli dai Philadelphia Flyers).

Max Westergård

Nel roster di Göteborg, out in semifinale contro Luleå negli scorsi playoff di SHL, risaltano solo 5 stranieri. Oltre al già citato Westergård, troviamo il portiere norvegese Tobias Normann, il nazionale svizzero e difensore Dominik Egli, il neoacquisto finlandese Jere Innala (ala reduce da una stagione trascorsa nella galassia di Colorado, dividendosi tra Avalanche in NHL ed Eagles in AHL) e l’altro centro finlandese Arttu Ruotsalainen, due stagioni a Buffalo e Rochester coi Sabres. Solo omonimo di Reijo, un gigante del passato (5 stagioni ai Rangers, 2 spezzoni ed altrettante Stanley Cup ad Edmonton, uno in New Jersey coi Devils e ben 3 titoli a Berna, sua prima esperienza europea).

Sabato 30 agosto l’Hockey Club Bolzano volerà in Finlandia, per raggiungere Rauma, affacciata sulla costa meridionale.

Domenica 31 agosto, alla Kivikyla Arena, affronterà il Lukko.

Nomi e situazioni che rievocano una delle pagine più amare e controverse della storia biancorossa.

Quando il 24 novembre 2021 l’Hockey Club Bolzano si recò a Rauma, per il ritorno degli ottavi di finale di quella edizione di Champions Hockey League, non potè affrontare i finlandesi perché contagiati in massa dal Covid.

Con una decisione impopolare, e totalmente priva di buon senso, il board della CHL qualificò d’ufficio gli scandinavi ai quarti di finale sulla base della vittoria per 3-1 a Bolzano (Pooley, Saarijarvi e Hakulinen per Lukko e gol del momentaneo 1-2 di Mike Halmo).

Il Lukko versione 2025-2026, nelle mani dell’head coach Tomi Lämsä, ha un roster mosso da ben nove giocatori stranieri.

In difesa, i canadesi Eric Gelinas (34 anni e 189 presenze in NHL) ed Alex Peters. E gli svedesi Anton Olsson e Jakob Stenqvist.

In attacco un terno canadese con Alex Beaucage, Steven Jandric (uno degli sniper più temuti, con i suoi 45 punti raccolti per Lukko nella scorsa stagione) ed Antoine Morand. Infine, una coppia 33enne di gemelli svedesi: i fratelli Patrick e Ponthus Westerholm.

RaantaLa star più attesa a Rauma sarà quest’anno un illustre figliol prodigo: Antti Raanta, leggendario portiere 36enne, nato qui e cresciuto nelle giovanili del Lukko, che ha deciso di tornare a casa dopo 11 stagioni In National Hockey League, spese tra Chicago, New York, Arizona e Carolina, ed una parentesi a Ginevra col Servette lo scorso inverno.

La Champions Hockey League 2025-2026 sbarcherà al PalaOnda nel weekend del 5-7 settembre.

Dopo il Plzeň nella Südtirol Summer Classic, toccherà ad altre due franchigie ceke.

Venerdì 5 il match contro il Kometa Brno. Domenica 7 quello contro il Mountfield HK.

Il programma delle gare interne si completerà mercoledì 8 ottobre, quando i biancorossi ospiteranno i bavaresi dell’ERC Ingolstadt.

Sarà in seguito l’avventurosa trasferta a Luleå, quasi a lambire i confini immaginari del Circolo Polare Artico, a chiudere la fase di qualificazione dell’Hockey Club Bolzano. Match previsto per martedì 14 ottobre. Ufficialmente, il più settentrionale mai affrontato dai biancorossi.

Dunque, per il tradizionale plotone di avventurosi supporters al seguito dell’Hockey Club Bolzano, è quasi tempo di mettersi in marcia.

Dalle ultime stime raccolte tra i tifosi biancorossi, una ventina dovrebbero essere quelli presenti a Göteborg. Una manciata in meno a Rauma.

Prepariamoci a sentir risuonare le familiari note dell’Inno di Mameli...

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