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Una breve vacanza in Svizzera per risvegliare l'appetito di hockey per la stagione 2020/21 (di Podlosky).

 Fame di hockey

Nelle scorse settimane, complice una esigenza familiare, ci siamo recati in Svizzera. Ovviamente da buoni appassionati del disco su ghiaccio non abbiamo resistito e nel nostro percorso abbiamo sentito la necessità di fare delle piccole deviazioni per visitare alcuni luoghi interessanti per la nostra passione.

Poco dopo essere entrati in territorio elvetico da passo Tubre, un fienile in località Fuldera ci annunciava che la direzione era quella giusta: infatti sulla struttura in legno capeggiava un evidente logo del HC Davos, tanto per farci capire che da lì in poi l’hockey è una cosa seria. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi dato che mancavano ancora 65 km e due passi da superare per arrivare nella cittadina che ospita la Coppa Spengler, ma evidentemente la passione grigionese non teme queste distanze. 

Zurigo C

Oltrepassato lo spettacolare passo Flüela (2.383 m) la rapida discesa ci ha portato appunto a Davos (11.000 abitanti), centro dove il turismo di montagna la fa da padrone. Ovvia è stata la deviazione per la Vaillant Arena, tappa imprescindibile: qui troviamo un cantiere molto attivo. Infatti le due curve (posti in piedi) sono state da poco modificate in tribune con posti a sedere (per le ormai note indicazioni per limitare la possibilità di contagio per il COVD-19).

La struttura con un involucro esterno in cemento armato faccia a vista (che in Svizzera piace molto) ha nella parte interna in legno la massima espressione degli impilanti alpini. Il cantiere è a buon punto e l’odore del legno tagliato con relativa polvere fa sembrare di essere in una vera e propria segheria. Breve giro allo shop della squadra (ovviamente ben fornito di gadget e abbigliamento) dove notiamo una considerevole presenza di turisti. 

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Dopo aver acquistato la vignetta autostradale annuale (taglio minimo), il viaggio prosegue velocemente verso Zurigo (400.000 abitanti). Ovviante entriamo in città dalla parte della zona industriale dove sorge l’Hallenstadion. È abbastanza evidente che lo ZSC (Zürcher Schlittschuh Club Lions) sia un riferimento molto importante nel quartiere e nei dintorni, con tanto di piazza intitolata al club e statua hockeistica in memoria di Chad Silver (giocatore canadosvizzero scomparso, nel 1998, quando era in attività per un arresto cardiaco).

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La sede sociale dista un solo minuto a piedi dall’impianto e non è assolutamente anonima dato che il caseggiato (sarebbe meglio chiamarlo capannone) riporta i colori sociali e logo dei Lions (anche quello del GCK - Grasshopper Club und Küsnacht Lions si trova qualche civico più avanti).

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Nella sede vi è un negozio di attrezzatura da hockey molto fornito che vende anche il merchandising sociale. Ma la nostra attenzione è tutta per le bacheche che contengono i trofei vinti dallo ZSC, dove tra i tanti fanno in bella mostra la Champions Hockey League e la Victoria Cup. I due più importanti trofei che una squadra di club europea possa vincere, conquistati nel 2009 contro rispettivamente i russi del HK Metallurg Magnitogorsk e i nordamericani dei Chicago Blackhawks.

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Dopo questa immersione nel mondo Lions facciamo un giro per la città che però ci fa subito capire che l’hockey non è così centrale nella vita zurighese, infatti si notato molti graffiti relativi al calcio dove il FCZ (Fussballclub Zürich) la fa da padrone, mentre le cavallette del Grasshopper Club Zürich hanno perso terreno nel cuore dei tifosi (complice anche la recente retrocessione).

Anche entrando nelle diverse librerie del centro si nota come nella cultura cittadina l'hockey non primeggia affatto, non a caso Federer con 4 libri è lo sportivo più seguito, si trovano anche testi di ciclismo e calcio, per l’hockey solo la biografia di Mark Streits (ex-NHL'er svizzero) fresca di stampa fa notare la sua presenza. Davvero poco per un Paese che ha l’hockey come sport principale, evidentemente non vi è quella cultura di narrare che è propria di altri luoghi che abbiamo visitato in precedenza come Svezia, Finlandia, Repubblica Ceca e addirittura in Ungheria i testi di hockey in vendita non sono pochi. Anche il mercatino delle pulci nella centrale Bürkliplatz ci ha regalato poco nelle nostre ricerche su quanto l’hockey sia presente nel tessuto sociale cittadino, anche qui molto calcio e ciclismo con riviste d’epoca che ci hanno molto incuriosito. Nel tanto girovagare l'unico segno è stata una spilla (pin) dello ZSC presumibilmente degli anni ’90,ovviamente acquistata.

Finita la disamina di Zurigo e dei suoi leoni ci dirigiamo verso Kloten (20.000 abitanti). Questo è un derby davvero ravvicinato dato che i due impianti distano 10 minuti di auto, se non fosse per la mancanza di percorsi pedonali i tifosi potrebbero quasi arrivare a piedi. Il sobborgo zurighese è un tranquillo paese di periferia con casette basse e poche attività commerciali. Ma il centro è caratterizzato dalla presenza costante dei Flyers. Infatti nella rotatoria principale di Kloten troneggia un gigantesco puck che ricorda che lì l’hockey è di casa.

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Anche la piccola zona pedonale ci regala delle belle sorprese con la sede della società del EHC Kloten ben evidenziata dai colori sociali e una statua a testimoniare che oltre a giocare si vince pure.

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L’impianto di gioco è leggermente decentrato all’inizio di una zona boschiva che è usata dalla cittadinanza per varie attività ricreative. Esternamente come buona consuetudine vi è una pista scoperta che fa da copertura ad un parcheggio. Mentre l’esterno della Swiss Arena (lo sponsor è la compagnia aerea di bandiera) ricorda i recenti fasti della società che punta a tornare presto in National Liga A.

Tra le curiosità si può citare che dalla sede sociale al vicino aeroporto la distanza è di soli 2 minuti di auto compresa l’attesa all’unico semaforo che regola la circolazione, il soprannome di aviatori e sicuramente molto azzeccato.

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Durante il rientro verso l’Italia, incuriositi dal nome, ci fermiamo a Winterthur (nota a tutti per l’omonima assicurazione) la cittadina del Cantone di Zurigo (110.000 abitanti) ha un bel centro storico dimostrando la sua importanza nel territorio elvetico negli anni passati. Anche qui siamo curiosi di vedere dove la squadra locale (EHC Winterthur – Swiss League SUI-2) disputa i suoi incontri. Rimaniamo piacevolmente colpiti dalla zona sportiva della cittadina che è ben fornita con 3 campi da calcio di cui uno cinto da una nuova pista di atletica a 8 corsie. L’impianto per l’hockey è la Eishalle Deutweg (Zielbau Arena per motivi di sponsor, 2.500 posti) che esternamente ha due piste regolamentari per l’attività giovanile e amatoriale. Si nota subito che in città vi è forte interesse per uno sport reputato utile veicolo di aggregazione e formativo per le nuove generazioni.

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Purtroppo gli impegni ci riportano sulla strada di casa ma da questo breve viaggio abbiamo alimentato la nostra fame di hockey che speriamo possa presto essere soddisfatta con l’inizio della prossima stagione. Siamo consapevoli che almeno al principio l’attività sarà vincolata dalle necessarie cautele legate alla convivenza con il COVID-19 e che i nostri comportamenti sono e saranno fondamentali per poter godere comunque della nostra passione, ovviante nell'attesa che questo avversario possa essere presto definitivamente battuto.