3 Foxes

 

La nostra squadra si ritrova per il ritiro di Corvara in Badia e Andrea ci regala una nuova ricca puntata dei suoi Assi di bastoni, per parlare della nuova, lunga stagione che distribuirà l'interesse di noi appassionati fra ICE HL, CHL e Olimpiadi di Milano-Cortina.

di Andrea Scolfaro

 Metà anni Cinquanta.

In una tipica tavola calda di Jewelry District, gestita da emigranti italiani, il titolare si muove tra i fuochi della cucina, avvolto da dense ed improvvise volute di vapore acqueo. È una serata come le altre ed il lavoro, per qualsiasi ristorante del centro storico, non manca davvero mai.

Abituato a trascorrere qui le sue ore serali, in questo locale a conduzione familiare di Providence (Rhode Island), un ragazzino arguto e vivace scorrazza di tavolo in tavolo. A ritmi intermittenti.LOU

Gli avventori abituali si prestano volentieri a quello che per Luigi, il figlio del proprietario, è diventato oramai un gioco. Una sorta di distensivo girotondo tra i commensali, durante il quale Lou (in ossequio al nomignolo affibbiatogli da chissachì) raccoglie generose quantità di sorrisi e carezze. Prima di tornare, obbediente, accanto ai fornelli. Come suo padre gli raccomanda spesso.

“Luigi, questa sera giocano i Reds. Sei contento?”.

Quando la squadra di hockey su ghiaccio di Providence è impegnata nei suoi match casalinghi, c’è un solo posto dove trascorrerà le ore immediatamente successive. Ed è proprio la tavola calda gestita dalla famiglia Lamoriello, quella di Jewelry District, l’antico quartiere dei mastri gioiellieri.

Lou trasuda tutto il suo infantile orgoglio quando può restare a stretto contatto con i suoi idolatrati Reds. Dal momento in cui si siedono ai tavoli prenotati, il ragazzino ama infatti perdersi negli sfaccettati discorsi di quegli adulti dalle voci così stentoree. Vero orgoglio di tutta Providence.

E come tutti i suoi coetanei, è rimasto suggestionato da un giocatore in particolare, che Lou ha già posto al di sopra di tutti gli altri: il portiere canadese Johnny Bower soprannominato “La Muraglia Cinese”.

Bower è tornato ad indossare la maglia Reds, dopo due stagioni trascorse coi Rangers a New York ed una corposa parentesi coi Vancouver Canucks. È un uomo gioviale, al quale non manca certo la battuta pronta. Si è già accorto delle premurose attenzioni che Lou ama rivolgergli. E lui, intenzionato certo a non deluderlo, riesce a trovare anche il modo di recapitargli confidenze che non farebbe mai, ad esempio, ai reporter sportivi del giornale locale.

Bower“Lo sai Lou? I Maple Leafs vorrebbero ingaggiarmi...”.

Luigi non replicò. Ma, dalle sue espressioni, la Muraglia capì che stava riflettendo sulla grande opportunità che la franchigia di Toronto gli stava offrendo.

Quel ragazzino era fatto così. Attento, curioso, realmente affamato di nozioni. E focalizzato perciò su qualsiasi discorso gli facessero. Ed alquanto talentuoso e precoce, a ben vedere. Specie quando, anni dopo, socializzò con i compagni del college della sua città natale. 

Gli staff tecnici, sia della squadra di hockey che di quella di baseball, stravedevano per lui. Arrivando a garantirgli il posto fisso in squadra.

Luigi, dall’alto della sua carica vitale, accettò entrambi con entusiasmo. Mostrando altresì una spiccata attitudine alla leadership, come dimostrato dai gradi di capitano conquistati sia sul ghiaccio che sul diamante del “batti e corri”.

Il tempo fu galantuomo con Lou Lamoriello.

Quando nello spirito di Luigi il ragazzino fece spazio all’adulto, questi aveva già assunto tutti quei valori e quelle informazioni che furono determinanti quando prese la fatale decisione di abbandonare l’agonismo per dedicarsi, con tutte le sue forze e la sua voglia di conoscenza, all’apprendimento dei ruoli del comando. Facendo la storia...

Lou Lamoriello - uomo dall’aura incandescente - tra un paio di mesi compirà 83 anni. È diventato nel frattempo il più longevo tra i general manager della NHL. Laddove, tra le altre cose, ha trascorso quasi un trentennio (dal 1987 al 2015) ad occuparsi di amministrazione e gestione tecnica per i New Jersey Devils.

Tra i suoi capolavori, l’aver avuto fiuto sopraffino quando intuì i talenti debordanti, che stavano per fuoriuscire dalle armature di Martin Brodeur e Scott Stevens (rispettivamente portiere e capitano dei Devils, 32 stagioni e tre Stanley Cup accumulate assieme in NHL!, nda)...”.

Quello stesso fiuto che Lou LamorielloLamoriello ebbe anche nei confronti di un giovane tecnico del Minnesota, ex giocatore in East Coast Hockey League ed American Hockey League, convertitosi in seguito in head coach, vedendo lievitare la considerazione nei suoi confronti grazie ai titoli conquistati rispettivamente nel 1993, a soli 33 anni, a Raleigh con gli IceCaps in East Coast H.L. e sei anni dopo a Manchester, con gli Storm.

Nel 2000 Lou si mise sulle sue tracce, garantendosi l’anno seguente i suoi servigi. Dapprima nello scouting ed in seguito come associated nello staff dei New Jersey Devils.

Quel tecnico aveva una luccicanza particolare. Un potere innato nel leggere le situazioni di gioco. Ed era in grado di trovare le giuste contromisure nel caso la squadra avesse bisogno di uscire da un momento di impasse. Eppoi stravedeva per Lou. Assimilandone ogni verbo ed ogni teoria. Tanto che Lamoriello divenne in breve tempo il suo mentore.

Quel tecnico era Kurt Kleinendorst.

Il nuovo head coach dell’Hockey Club Bolzano.

Anch’egli vincitore della Stanley Cup coi Devils. Nel 2003.  

Lavoro, disciplina, sistema di gioco, talento, cura dei dettagli, regole ferree.

Oggi, dall’equipaggiamento tecnico di Kurt, emerge il lascito intellettuale di Lou.

“Nessuno è più grande del club! Non può e non deve risaltare il singolo, ma il collettivo”.

Le sentenze di Lou rimbombano ancora nella testa di Kleinendorst.Flyer Armani 2025

Il quale, dal suo canto, ha le idee molto chiare sul lavoro che bisognerà svolgere assieme al fido associated Fabio Armani, per i nove giorni di ritiro preseason dei biancorossi a Corvara.

Ci sono da costruire sia la squadra che i presupposti di una grande stagione.

Che passerà dai riflettori continentali della Champions Hockey League a quelli meno nobili, ma comunque prestigiosi, della ICE Hockey League.

Che vedrà propri giocatori abbandonare temporaneamente il club per vestire la maglia della Nazionale alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.

kurt kleinendorst epa

 

Ci sono, insomma, grandi obiettivi da raggiungere. Solo attraverso il duro lavoro, svolto da un collettivo coeso ed affiatato.

L’eloquenza di Kleinendorst è concentata nelle sue prime dichiarazioni raccolte sul sito del club.

“Vogliamo essere un team che lavora duramente. Che esprima maggiore velocità. Perché l’hockey moderno è questo: talento, tattica, giocatori rapidi in attacco e nelle proiezioni in difesa”.

Fondamentale, per il nuovo coach, l’approccio che i biancorossi dimostreranno fin da Corvara.

“Bisogna sapersi allenare e riposare bene. Essere atleti e compagni di squadra. Fuori e dentro il ghiaccio. Gli anni di successo derivano sempre da gruppi uniti. Che si applicano con disciplina sul sistema di gioco, mostrando abnegazione e volontà di emergere”.

Un additivo altrettanto fondamentale nelle prestazioni della squadra sarà rappresentato dal supporto emotivo generato dalle settemila anime del Palaonda. Un aspetto certamente non meno significativo, che Kurt Kleinendorst ha già avuto modo di conoscere da head coach a Manchester. Quando gli Storm vennero a Bolzano, in occasione di un match di European Hockey League.

Il capitolo più corposo di questa edizione della nostra rubrica è certamente riservato alla doverosa analisi del nuovissimo roster dell’Armata Biancorossa.

Sono partiti per altri lidi: Cole Hults, Simon Bourque, Peter Spornberger, Giordano Finoro, Adam Helewka, Braden Christoffer, Nick Saracino ed Anthony Salinitri. Mentre Mike Halmo ha voltato pagina, pur continuando a respirare la rigenerante aria dell’Alto Adige dall’altipiano del Renon. Perché a Collalbo avrà inizio la sua carriera di allenatore nei Rittner Buam.

Ma andiamo con ordine, reparto per reparto.Flyer Harvey 2025

Iniziamo come consuetudine dai portieri.

Il primo rinnovo della stagione, ufficializzato dai biancorossi, è stato senza alcun dubbio il più importante. Ovvero la conferma di Sam Harvey, alla sua quarta stagione a Bolzano. Non c’è nulla di più vero: il portiere è davvero metà squadra. Ed il Santo non si astiene certo da questo teorema. Miglior portiere in regular season nella scorsa stagione (92,4%), la percentuale più alta non solo registrata a Bolzano. Ma da quando Sam è professionista. Per trovare, nel recente passato, un portiere altrettanto fidelizzato - e solido come una roccia - bisogna andare a ritroso fino ai primi anni ‘90. E scomodare un personaggio dalla classe pura e cristallina come il grande Mike Rosati.

Anche il preziosissimo back-up di Sam, ovvero il Sindaco: Jonny Vallini, è statoFlyer Vallini 25 confermato nel roster biancorosso e continuerà a costituire l’affiatata batteria di goalie dei biancorossi. Gianluca è al suo terzo anno nella squadra di casa. Ha dimostrato di meritare il rinnovo dall’alto di un saldo inequivocabile di 20 vittorie, 4 sconfitte e 4 shutouts da quando è a Bolzano. In ICE Hockey League ci sono davvero pochi rilievi che possano vantare le personali statistiche di Gianluca. Eppoi ci sono i microfoni dell’imperdibile podcast prodotto dall’Hcb ad attenderlo, in compagnia di “Tanzi”, suo inseparabile partner.

Passiamo al blocco dei difensori:

Flyer Di Perna 25

 

Il primo rinnovo comunicato ufficialmente da via Galvani, risalente allo scorso 22 maggio, ha avuto per protagonista Dylan Di Perna. Reduce dalla soddisfazione raccolta in maglia azzurra ai Mondiali di Iª Divisione, il numero 90 dei Foxes ha festeggiato anche la firma sul prolungamento del contratto che lo lega già da cinque anni al team di Bolzano. Dylan detiene il record di presenze (250) tra i difensori biancorossi in attività. Ed ha sempre fatto gioco di squadra, solido in campo e carismatico nello spogliatoio. Non riteniamo casuale che sia stata proprio la sua, la prima conferma nel delicato blocco difensivo biancorosso. Alquanto bisognoso di un restyling prima che il Bolzano affronti le future sfide in Europa e nella Lega transfrontaliera.

Una conferma “alquanto necessaria” in questo reparto è stata quella di Scott Valentine. Anch’egli Flyer Valentine 25tra i primissimi nomi confermati per il 2025-2026, fuoriusciti dall’ufficio diffusione dell’Hockey Club Bolzano. Quarta stagione al Palaonda per il temutissimo Valentrain. Che, con gli anni, ha perfezionato il suo stile di gioco. Migliorando il “two ways” e permeandolo con una massiccia dose di disciplina. Su di lui, nelle stagioni passate, Glen Hanlon spese utilmente una bella manciata di minuti nei training days, facendogli capire che la stessa intensità difensiva sull’avversario avrebbe potuto esprimerla senza ricorrere necessariamente alla penalità. Grazie a questi preziosi correttivi, il “Treno” arriva puntuale in copertura. È sempre più spesso non vede più aprirsi le porte della panca puniti. Sarà molto interessante capire con chi verrà associato nella sua linea di difesa.

La terza conferma in retroguardia porta il nome di Jason Seed. Seconda stagione per lui, logicaFlyer Seed 25 conseguenza di un giocatore che, col trascorrere dei match, ha dimostrato di essere un giocatore da Bolzano. Incoraggiante plus/minus stagionale (+18), tendenza che ha poi saputo trasferire anche in maglia azzurra ai recenti Mondiali in Romania. Jason non eccelle in fisicità ma è un atleta perfezionista. Che ha sempre saputo sopperire con il lavoro a quei centimetri e a quei chili in difetto. Sempre robusto negli angoli, col tempo ha saputo anche convincere in affidabilità.

L’ultimo rinnovo, il quarto in ordine temporale, è stato quello con Enrico Miglioranzi. Alla quarta stagione consecutiva con i biancorossi. Lo scorso anno Tanzi ha dovuto lavorare moltissimo per recuperare dal grave infortunio al ginocchio accusato durante i playoff 2024. Per lui non è stato affatto agevole guadagnarsi qualche comparsata da Glen Hanlon. Adesso però ripartirà alla pari con tutti gli altri ed è già pronto,Flyer Miglioranzi conoscendo la sua tenacia, a mettere in difficoltà il nuovo coaching staff nelle rotazioni. Avere un uomo come lui in spogliatoio è uno dei vantaggi che un veterano può dare ai suoi compagni. Non dimentichiamo, infine, che ha alzato il Karl Nedwed Trophy nel 2014. Anche queste esperienze individuali potrebbero significare molto nel contesto del collettivo.

Puntiamo ora il nostro focus sulle new entry del pacchetto arretrato.

Il primo contrattualizzato è stato Philip Samuelsson. Solidissimo difensore, dotato di un fisico da granatiere. Il figlio del leggendario Ulf (oltre 1200 match e due Stanley Cup con i Pittsburgh Penguins) è una sorta di upload per il reparto. Ma oltre alla fisicità ha anche una visione di gioco Flyer Samuelssonnon indifferente che potrebbe renderlo molto utile anche negli special teams. In carriera vanta oltre 500 match in American Hockey League, vero e proprio girone dantesco dell’hockey a stelle e strisce. E lì che Philip si è formato, mettendo in evidenza sia la sua solidità difensiva che l’abilità di mettere i compagni davanti alla porta. L’ultima esperienza europea Samuelsson l’ha spesa a Straubing. Dove ha potuto lavorare anche con Tom Pokel, prima che il coach tanto caro al Bolzano venisse sollevato dall’incarico. È probabile che i feedback più utili per la sua acquisizione siano proprio giunti dall’ex allenatore biancorosso. Aspettiamo le risposte dello svedese sul ghiaccio.

Dopo di lui le porte dello spogliatoio biancorosso si sono aperte per accogliere Max Gildon. Flyer GildonReduce da una stagione da incorniciare a Kosice, impreziosita dal titolo, ritroverà a Bolzano uno dei suoi compagni di squadra in Slovacchia: Brett Pollock.

Gildon ha chiuso la scorsa stagione nel migliore dei modi, risultando il miglior terzino del campionato per punti acquisiti. E con un plus/minus di tutto rispetto (+22). Anche lui ha un fisico davvero importante e Dio solo sa quanto ce ne sarebbe stato bisogno in via Galvani nelle scorse stagioni di ICE Hockey League. Ed anche Gildon ha grandi intuizioni in transizione ed un’ottima lettura del gioco e delle situazioni. Sarà molto prezioso quando gli special teams usciranno dal pancone.

Dieter Knoll lo ha definito uno degli acquisti più importanti nella recente sessione di mercato estivo. Il suo nome è Mark Barberio,Flyer Barberio canadese di Montreal. 35 anni e circa 300 match spesi in NHL, con Tampa Bay Lightining, i “suoi” Canadiens ed i Colorado Avalanche. Barberio è un eccellente difensore “two ways”. Risalta allo stesso modo sia in efficacia nel terzo difensivo sia nel rilanciare l’azione d’attacco, avendo spiccate attitudini offensive ed essendo dotato di una grande verve agonistica, espressa attraverso una qualità di pattinaggio davvero importante. Inoltre, come Samuelsson e Gildon, ha una visione di gioco davvero lusinghiera. Adatta al tipo di hockey che vorrebbe implementare Kurt Kleinendorst. Il nuovo difensore del Bolzano potremmo paragonarlo a Ryan Murphy. Un giocatore dalla classe cristallina, 175 gettoni in NHL accumulati tra Carolina Hurricanes e Minnesota Wild, che nelle ultime due anni ha deliziato il pubblico di Salisburgo.

Infine, nel blocco difensivo, una ventata di giovinezza in un reparto composto da sette navigatissimi elementi, verrà portata dal primoFlyer Larcher degli Under 24 a disposizione dello staff tecnico. Si tratta di Enrico Larcher, 21 anni, le ultime sei stagioni a Cortina d’Ampezzo, in Alps Hockey League. Il nuovo e giovanissimo difensore biancorosso è all’esordio assoluto in ICE Hockey League e si dividerà tra Aquile Merano e Foxes Bolzano, godendo dello stesso contratto firmato in passato da Pascal Brunner. Per Larcher sarà una stagione tutta da scoprire. Anche perché risponderà pure alle convocazioni delle Nazionali giovanili. Dovrà metterci abnegazione ed impegno. Magari attendere con pazienza il suo momento. Avere però tra i nuovi compagni di squadra, giocatori di spessore e di grande esperienza potrebbe sicuramente agevolarlo.

In bocca al lupo Enrico!

Siamo al reparto offensivo, quello più articolato. E forse più affascinante.

Flyer Gazley 25Partiamo anche in questo caso dalle conferme. In testa a tutte le altre, non può esserci che quella di Dustin Gazley. Sesto anno consecutivo in biancorosso per il numero 10, che ha saputo indossare con grande eleganza una maglia davvero pesante. Appartenuta in passato a fenomeni del calibro di Gerry Morin e Sergej Vostrikov. Come dimostrato, in tempi assolutamente recenti, dal premio MVP guadagnato meritatamente al termine della scorsa stagione. Un mago nelle parentesi degli special team, un drago nel bucare la difesa con assist imprevedibili e millimetrici. Un archistar nella costruzione del gioco d’attacco, come dimostrato dalle inequivocabili statistiche personali: 228 punti in 275 incontri, frutto di 96 gol e 132 assist. Dustin viaggia verso i 37 anni accompagnato da un’invidiabile freschezza atletica. Uomo saggio dello spogliatoio, saprà indirizzare i nuovi compagni verso l’obiettivo che da sempre è imperativo ad Hockeytown: la Flyer Mantenuto 25vittoria.

Molto importante nell’economia della stagione agonistica è sempre stata la presenza di Daniel Mantenuto tra le file biancorosse. Si tratta di un’altra conferma di spessore per i Foxes. Perché Daniel riveste l’esatta sintesi della costanza e della dedizione. Alfiere di fiducia, nello scacchiere di Glen Hanlon, alla quarta stagione in biancorosso, Mantenuto può vantare un record difficilmente eguagliabile per gli altri Foxes. Quello di non aver mai perso per squalificahe o infortumio un solo match nelle sue tre precedenti partecipazioni alla ICE Hockey League. Uomo che si rispecchia nella High Fidelity. E che sul ghiaccio non si è mai risparmiato. Dando sempre tutto di sé e mantenendo, al contempo, una disciplina quasi austera. Anche lui in Nazionale, come Dustin Gazley, sarà chiamato agli straordinari in una stagione densa di grandi avvenimenti.Flyer McClure 25

Brad McClure viaggia più o meno sulle stesse frequenze di Mantenuto. Anche per lui questa sarà la quarta stagione a Bolzano e anche su di lui Hanlon fece spesso affidamento. Giocatore alquanto duttile, capace di spaziare in maniera ariosa come ala, così come di aspettare il disco buono al centro, sopportando al contempo il trattamento di riguardo della difesa. Il lavoro e la fatica sul ghiaccio non lo hanno mai spaventato, rendendosi utile negli special team grazie e soprattutto al grande dinamismo che riesce a sprigionare sui pattini. A Bolzano ha totalizzato 108 punti in 190 partite ed ha scommesso ancora una volta sul Bolzano. Con i Foxes che lo hanno saputo accontentare.

Flyer Bradley 2 25

Passiamo ora ad uno dei top scorer della passata stagione: Matt Bradley. Vero fromboliere del fronte offensivo, ha due polsi estremamente educati ed un’astuzia che - unità alla velocità di pensiero - danno di lui l’immagine dell’attaccante ideale. Un giocatore che è consigliabile non avere nel lato sbagliato del foglio d’arbitraggio. Vedasi le due stagioni giocate da protagonista a Vienna (104 punti in 89 partite). Bradley, anche il prossimo anno - come sottolineato anche da Luca Tommasini sul sito ufficiale dei Foxes - sarà una delle pedine fondamentali dello scacchiere biancorosso. L’unica minuscola perplessità sul suo conto potrebbe essere la costanza di rendimento. Ma è probabile che con Kleinendorst certi suoi chiari di luna potrebbero anche svanire.

Flyer DiGiacinto 25Prima di illustrare le attitudini e le carriere dei quattro nuovi volti in attacco, scorriamo la lista dei giocatori autoctoni. Considerando come tale anche Chris DiGiacinto. La grinta e la determinazione di un ragazzo che in pochi mesi ha saputo conquistare il cuore di moltissimi supporters biancorossi. Il palato del tifo bolzanino è sempre stato sensibile al sapore di questo canone di giocatore. Basti pensare a Lucio Topatigh, senza scomodarne troppi. “DiGia Balboa”, come è stato soprannominato dalla curva biancorossa, si è guadagnato la stima e l’ammirazione dei tifosi per l’animosità che riesce ad esprimere sul campo, conquistando a mani basse il Premio Combattività intitolato alla memoria di Gino Pasqualotto e messo in palio, come vuole la tradizione, proprio dalla struttura di HCBfans. Chris ha ricevuto il passaporto italiano solo nelle ultime settimane. E si vestirà anche d’azzurro. Ma prima, dovrà deliziare ancora una volta il Flyer Frigo 25Palaonda con la sua ineguagliabile carica agonistica.

Dieci stagioni, tonde tonde. Sono invece l’invidiabile traguardo tagliato da Luca Frigo, il trentaduenne piemontese che ha saputo ritagliarsi uno spazio di rilievo nella storia contemporanea dell’Hockey Club Bolzano. Oramai per Luca si sono sprecate un’infinità di lodi, a volte ripetitive. 533 presenze indossando la casacca biancorossa: 217 punti che si possono leggere in 94 gol e 123 assist. Vero talismano dei Foxes. La sua leadership fuori e dentro la pista ghiacciata è oramai consolidata. Uno dei pochi reduci dall’ultimo trionfo nel 2018. Uno che ha conosciuto ed ha assaporato la gloria della vittoria. Ed è pronto a trasmettere le sue conoscenze a chi tra i Foxes ha appena scrollato con le sue valigie i tapis roulant della Malpensa... 

Flyer Frank 25

Ma un’altra icona, quella più carismatica di tutte, resta quella del Capitano: Daniel Frank. La prossima sarà la tredicesima stagione per il ragazzino di Merano. Quello che seppe scalare le gerarchie dello spogliatoio di via Galvani, fino a vedersi spalancato davanti a sè l’abbrivio verso l’acquisizione dei gradi del comando. Con questa il Capitano raggiungerà la quantità di stagioni di un altro grande Condottiero del passato: Anton Bernard. Daniel ha vestito ben 657 volte la sua maglia numero 94. È reduce da un brutto infortunio, dal quale si è completamente ristabilito. Dopo le cure per smaltire definitivamente le conseguenze di quel proditorio intervento ora si sottoporrà alla cura Kleinendorst. Probabilmente il tecnico più adatto per rilanciare le ambizioni del Capitano.

Un altro rinnovo lo ha guadagnato anche Michele Marchetti, alla quarta stagione in biancorossoFlyer Marchetti 25 considerate anche quelle dal 2016 al 2018. Fisico importante, giocatore muscolare e dotato di uno dei tiri più potenti della Lega, Michele è pronto a rilanciare le proprie opportunità in uno spogliatoio “Grandi Firme”. Se saprà assimilare nel miglior modo possibile la filosofia del nuovo coach, potrebbe ritagliarsi uno spazio adeguato nelle rotazioni delle linee d’attacco. Di sicuro ciò che non gli manca è la cultura del lavoro. Come dimostrò lo scorso anno. Quando mise mano a tutta l’abnegazione possibile nel tentativo di guadagnarsi una manciata di minuti da trascorrere sul ghiaccio dal suo vecchio coach, Glen Hanlon.

Un altro prospetto a caccia di un personale riscatto è sicuramente Pascal Brunner, il secondo Under 24 messo a disposizione del coaching staff durante il team building di quest’estate. TerzoFlyer Brunner 25 anno consecutivo ai Foxes per Pascal che quest’anno non si dividerà più tra Merano e Bolzano, entrando a tutti gli effetti nelle rotazioni dei 12 attaccanti. Figlio d’arte (papà Markus) e nipote di uno dei dirigenti più carismatici e titolati del nostro hockey (il compianto nonno Hansjörg), quest’anno Brunner potrà giocare le sue carte con maggiore assiduità rispetto al passato. Avrà a disposizione molto più gare, potendo contare anche sulla Champions e sulla Nazionale. In bocca al lupo anche a lui...

Ed eccoci al pacchetto offensivo, nuovo di zecca. Coloro che stanno assaporando, da qualche giorno soltanto, l’atmosfera carica di aspettative di Hockeytown.

Flyer Misley 25

Andiamo in ordine di apparizione e focalizziamoci innanzitutto su Bryce Misley, il primo ad essere stato ufficializzato dal clan biancorosso. Il nuovo numero 18 dei Foxes non è certo un mistero per la ICE Hockey League avendo totalizzato 105 punti in 155 partite giocate in tre stagioni con la maglia giallorossa dell’Asiago. Misley sarà uno dei quattro centri a disposizione dei Foxes Bolzano. Giocatore assistito da un fisico importante, ha un notevole fiuto per la gabbia avversaria. Ma ha pure una pronunciata predisposizione nello scodellare dischi di platino in direzione dei compagni di squadra. Anche lui, come altri interpreti biancorossi, è nella lista dei preconvocati in lizza per una maglia azzurra. Forse potrebbe essere proprio lui una delle sorprese più piacevoli della stagione.

Flyer GersichShane Gersich è invece alla sua terza stagione in Europa, dopo le esperienze con Västerås in Svezia e lo scorso campionato con Iserlohn, in Del. Altro giocatore dal fisico importante, ha nella grinta e nel pattinaggio le sue qualità migliori. Nella sua carriera ha posato a fianco della Calder Cup, dopo averla conquistata in Ahl con gli Hershey Bears, e addirittura della Stanley Cup vinta con i Washington Capitals nel 2018, grazie ai 5 gettoni accumulati nella sua apparizione in NHL. Abbiamo già parlato in una rubrica precedente del suo costante inseguimento dell’ “hockey sense”, ovvero lo strumento di pensiero che accompagna un giocatore quando è sul ghiaccio.

La lettura del match, la capacità di prevedere una giocata o di prendere la decisione giusta in ogni frangente. Gersich, nella sostanza, è un ottimo finalizzatore, duttile abbastanza da poter giocare sia da ala che da centro, ed è il classico “two way forward”, abile nelle due fasi e molto efficace negli special teams.

Puntiamo ora i riflettori su Brett Pollock, compagno di squadra di Max Gildon (come anche degli ex biancorossi Blake Parlett e JoshFlyer Pollock2 Teves) nella trionfale stagione vissuta insieme lo scorso inverno a Kosice. Qui Brett ha soggiornato poco più di due anni portando a casa però due trofei consecutivi e segnando con una frequenza fin impressionante.153 punti in 165 partite, nella sua permanenza in Slovacchia. L’attaccante canadese è in possesso di un fisico davvero importante, in grado di mettere molta pressione negli slot avversari. Può giocare prevalentemente da centro e vede la porta davvero con una facilità del tutto incoraggiante. Pollock ha già respirato l’aria incandescente del Palaonda avendo partecipato lo scorso anno alla Südtirol Summer Classic e battendo in finale lo Spisska Nova Ves.

L’ultimo nuovo (non ancora) arrivato è un attaccante di peso e rilevanza internazionali. Uno dei migliori colpi messi a segno da Dieter Knoll, secondo una teoria espressa proprio dal Ceo biancorosso. Si tratta di Cole Schneider,Flyer Schneider un vero e proprio sniper dell’American Hockey League avendo totalizzato la bellezza di quasi 600 punti in oltre 800 presenze in questa Lega. Cole è reduce da una stagione trascorsa a Storhamar da assoluto protagonista avendo raccolto ben 74 punti in 56 match. E garantendo così alla franchigia norvegese l’ambita conquista del titolo. Attaccante eclettico, che può variare dal ruolo di ala a quello di centro, è molto fisico e rapido sui pattini e dotato sia di visione di gioco che di un istinto del gol davvero eccezionale.

Schneider sarà l’unico giocatore non presente in avvio di raduno in Val Badia essendo ancora in attesa di reperire a New York il visto per l’espatrio.

La comitiva dell’Hockey Club Bolzano verrà ospitata nel villaggio alpino “Tempesti” e si allenerà allo stadio del ghiaccio intitolato ad Albert Pezzei. Alla prima squadra saranno aggregati anche tre giovanissimi: Christian Gamper (16 anni, portiere) e Jakob Fuchs (21 anni, attaccante) delle Aquile Merano. E l’attaccante bolzanino Lukas Plank (20 anni) reduce da esperienze in team giovanili sia in Canada che negli Stati Uniti.

Il programma di avvicinamento alla Champions Hockey League, primo impegno ufficiale della stagione per i Foxes Bolzano, prevede il 16 agosto l’amichevole di Corvara con i Broncos Vipiteno. Il 23, nell’ambito della Südtirol Summer Classic, cadrà il match del Palaonda contro i Nürnberg IceTigers, al quale seguirà la finale il giorno successivo con una tra Kloten e Skoda Plzen

Corvara 5 luci Summer Classic 25 Meranarena

Il 29 agosto il Bolzano affronterà il Frölunda a Göteborg, per la prima di CHL. Match al quale seguirà quello a Rauma contro il Lukko del 31 agosto.

Quando faranno il loro rientro in Italia i biancorossi affronteranno le Aquile Merano nel derby del 2 settembre alla Meranarena.

      slide CHL Copia 3

Infine il 5 e 7 settembre al Palaonda sono in programma i due confronti diretti di Champions con altrettanti team della Repubblica Ceka. Il primo con Kometa Brno, l’altro con Mountflied HK.

Le ultime due fatiche di CHL saranno giocate nel mese di ottobre. Mercoledì 8 in casa contro Ingolstadt e martedì 14 in Svezia a Luleå. La trasferta più settentrionale mai giocata dall’Armata Biancorossa. Quasi ai margini del Circolo Polare Artico.

Avremo modo prossimamente di approfondire, in questo spazio dedicato, ogni dettaglio relativo alla futura stagione di ICE Hockey League. Molte manovre di mercato hanno creato un netto livellamento verso l’alto. Salisburgo, Klagenfurt, Graz, Lubiana e Pusteria (secondo una prima autorevole analisi, dello stesso Dieter Knoll) hanno operato cambiamenti profondi nei loro rispettivi roster. Villach, Linz, Vienna e Fehervar non saranno da sottovalutare. Mentre Vorarlberg ed Innsbruck, al pari della new entry FTC Telekom Budapest, avranno tutto da dimostrare.

Venerdì 12 settembre, alle ore 19.45, le danze si apriranno al Palaonda proprio contro la prima della classe, i Red Bull Salisburgo. Uno scherzo del destino. Nè più, nè meno. Vedremo cosa accadrà nel primo impatto, pur sempre indicativo, tra le due superpotenze della Lega Transfrontaliera.

Gli austriaci inseguono un traguardo ai confini della pura utopia: il quinto Karl Nedwed Trophy consecutivo. Il mirino dei Foxes Bolzano, con la squadra - sulla carta - più forte mai allestita, punta al terzo sigillo dall’ormai lontano 2018.

Al ghiaccio, come sempre, l’ultima parola in capitolo...

P.S. Un doveroso ringraziamento all’amico Carlo Bassetti, vera e propria ispirazione di questa rubrica.