Con la stagione sportiva di ICE Hockey League da poco iniziata, il quotidiano Alto Adige pubblica ogni mercoledì un'inervista con un giocatore. Il 100° gol con la maglia del Bolzano e l'imminente 37° compleanno non potevano evitare di mettere "sotto i riflettori" il #10 biancorosso Dustin James Gazley. Ringraziamo Paolo Gaiardelli e il quotidiano Alto Adige.

100 GazCi ha impiegato poco a entrare nel cuore dei tifosi. Da quando si è presentato per la prima volta in maglia biancorossa sul ghiaccio di via Galvani, ormai sei stagioni fa. Ha conquistato tutti molto presto, Dustin Gazley; a suon di gol e assist, ma, in maniera particolare, dimostrandosi dal primo istante un uomo da HC Bolzano, creando nel tempo un legame unico con il club, i compagni e la città, diventata, come ci racconta, «una seconda casa».

E ancora adesso, a pochi giorni dal suo 37° compeanno (il prossimo 3 ottobre, ndr), l'attaccante statunitense originario di Novi, in Michigan, non vuole smettere di stupire, tanto da aver appena tagliato l'importante traguardo dei 100 gol con i Foxes, grazie alla rete messa a segno nell'ultimo turno di ICE Hockey League contro Linz.

L'ultima è stata una domenica davvero speciale: che emozioni ha vissuto in quel momento che le ha permesso di entrare di diritto nella storia dell'HCB?

Se devo essere sincero non me ne sono proprio reso conto immediatamente.

Sul serio?

L'ufficio stampa mi aveva avvisato che mancava ancora qualche gol per arrivare a cifra tonda, ma in realtà me ne ero completamente dimenticato, almeno finché non ho segnato e ho visto l'immagine celebrativa sul maxischermo. Ecco li ho capito, ho realizzato, ed è stata una bella sensazione.Gazley

Particolarmente toccante anche il festeggiamento che ha avuto nel post partita, con suo figlio protagonista...

St. i ragazzi, lo staff, i componenti della società hanno reso la serata indimenticabile. Ricevere poi il puck del centesimo gol dalle mani di mio figlio in spogliatoio è stata la ciliegina sulla torta.

Non mi scorderò mai di quello che ho vissuto.

È iniziata la sua sesta stagione qui a Botzano, cosa la connette in maniera tanto forte a questo team e a questa città?

Questa è come se fosse la nostra seconda casa, dico nostra, perché intendo per me, per mia moglie e per i miei due figli. Siamo qui ormai da tanto tempo, e ogni anno ci regala qualcosa di speciale, da conservare. Dal punto di vista sportivo, poi, abbiamo sempre avuto buone squadre, squadre vincenti, con grandi obiettivi.

A tal proposito, ormai le manca solo il titolo: che sia questo l'anno buono?

Lo spero. Sai, abbiamo la consapevolezza di potercela fare e daremo tutto per riuscirci. Le scorse annate ci siamo andati molto vicini e penso che anche questa volta siamo attrezzati per fare un campionato di vertice e puntare in alto.

Quest'estate il roster è cambiato abbastanza, con l'innesto di giocatori esperti e di livello. Inoltre è cambiata anche la guida tecnica. Come ha vissuto questa piccola "rivoluzione"?

Voglio sottolineare che sono arrivati dei bravi ragazzi, che poi sono pure dei bravi hockeysti, si sono integrati all'istante con il gruppo storico e questo ci ha permesso di partire subito forte. Per quanto riguarda il coach e il suo staff sono contento, ci spingono a dare il massimo ogni giorno, a lavorare sodo e sono convinto che questo atteggiamento risulterà fondamentale nella nostra corsa al titolo.

Ci ha parlato della sua famiglia, dei suoi figli; è un papà che li incoraggia a giocare a hockey?

L'importante è che facciano sport, che migliorino coordinazione, riflessi e abilità motorie in generale. La scorsa estate, ad esempio, mio figlio più grande ha iniziato a giocare a calcio... Ora però gioca anche a hockey, ad Appiano, con i Pirates Under 8: ha fatto la sua prima partita proprio la settimana scorsa, ed è stato emozionante vederlo. Si diverte molto. Penso che anche il più piccolo diventerà un giocatore di hockey, perché in casa prende spesso le mini stecche e si scatena.

GazleyRBS

Tornando a lei, ci racconta un po' le sue esperienze negli Stati Uniti, dalla NCAA all'American Hockey League?

Questo sport ha fatto costantemente parte della mia vita. Crescendo la mia ambizione è diventata quella di ottenere la borsa di studio universitaria e giocarmi le mie carte. E ce l'ho fatta. Ho vestito la maglia di Michigan State per quattro anni. Poi, il primo anno dopo il College sono diventato professionista. Prima in ECHL, dove ho fatto subito be ne, tanto da firmare un contratto in AHL.

E ha mai sognato di fare il grande salto in NHL?

Come no. Andavo sempre ai camp con le squadre di NHL e speravo anche in una chiamata, anche solo per un singolo match. È un sogno che non si è realiz zato, ma ciò non mi ha abbattuto, perché la mia carriera è stata in ogni caso bella e anche avvincente.

E a caratterizzarla, appunto, sono arrivate le esperienze in Europa; a Salisburgo, in Svezia, e infine in biancorosso...

Ai Red Bull ho giocato la mia prima stagione in un nuovo contesto, e quei mesi mi sono serviti molto, Poi si, sono andato in Svezia: mi sono trasferito solo quattro mesi dopo la nascita di mio figlio ed e stato un po' difficile il passaggio. L'inverno è tosto, buio, freddo; insomma ho impiegato parecchio per ambientarmi.Gazley MORA

 Dustin a Mora - Bild: Maxim Thoré/Bildbyrån

 

Al Mora sono rimasto una sola annata e successivamente c'è stata la chiamata del Bolzano. E la mia vita è cambiata, decisamente in meglio.

Addirittura?

Qui ci sono 300 giorni di sole all'anno, ma in generale tutto è fantastico. I paesaggi, la gente, la cultura, il cibo. Mi piace troppo vivere in Alto Adige.

Gazley ITA

 

Si è ambientato talmente tanto che dal 2023 veste anche l'azzurro, inteso come Nazionale. Manca davvero poco alle Olimpiadi di Milano-Cortina: ci pensa all'appuntamento a cinque cerchi?

Si, direi che è presente nella tua testa, ma ci sono tanti ragazzi che lottano per un posto nel roster dell'Italia. lo cerco solo di lavorare duro ogni giorno e guadagnarmi un posto. Sarebbe un sogno partecipare ai Giochi, non lo nascondo. Ma l'unica cosa che posso controllare è me stesso e il lavoro quotidiano, quindi questo è cio che continuerò a fare.