Un' altra bella intervista di Gerda HeideggerFabio Gobbato, questa più che mai opportuna, al capitano #94 biancorosso, pubblicata sul portale d’informazione e social network altoatesino Salto.bz a poche ore dallo scatenarsi di emozioni di gara 1 delle finali playoff della ICE HOCKEY LEAGUE.
QUI l'originale: (https://www.salto.bz/it/article/05042023/daremo-tutto). Stasera (6 aprile) alla Sparkasse Arena c'è gara 1 della finalissima contro Salzburg. Zweisprachiges Gespräch mit dem Kapitän des Hcb Südtirol Alperia, Daniel Frank

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Se un tifoso dell’HC Bolzano/Bozen potesse scrivere in anticipo la sceneggiatura del film dedicato alla stagione perfetta, immaginerebbe senza dubbio che la squadra raggiunga la finale con un gol decisivo del capitano a pochi minuti dalla fine. E’ esattamente quello che è accaduto domenica sera (2 aprile) alla Sparkasse Arena durante gara 5 della semifinale di Ice Hockey League contro i Vienna Capitals. Quando a meno di 4 minuti alla fine, con le squadre sul 2-2, Daniel Frank si è lanciato come un caccia sul disco portato avanti da Daniel Mantenuto, infilando Steen e i 6.300 tifosi sugli spalti hanno letteralmente fatto venire giù il palaghiaccio.
I playoff erano cominciati con lo "spavento Linz", squadra che sembrava facilmente battibile (tanto che è stata preferita a Fehérvár, arrivata ottava, per risparmiare qualche ora di pullman), ma ha fatto penare i biancorossi fino all’overtime di gara 7. La serie di semifinale contro Vienna è stata quasi una passeggiata a confronto, anche se a tratti, in particolare nel primo tempo di gara 5, si è rivisto “qualche fantasma”. 
 
Ora in finale i biancorossi trovano ancora una volta Salzburg, la compagine più ricca e dotata tecnicamente della lega. Stasera (6 aprile) alle 19.30 in via Galvani è in programma Gara 1. Nelle altre due epiche finali disputate (e vinte) contro le "lattine" Red Bull, nel 2014 e nel 2018, la squadra del capoluogo partiva nettamente sfavorita.  Quest’anno i biancorossi hanno dominato la stagione ma gli austriaci sono sempre stati poco lontani, nonostante i parecchi infortuni. “Sono più forti, vinceranno loro”, ha detto senza mezzi termini Dieter Knoll in un’intervista a cuore aperto, ma scaramantica, alla stampa locale. Lo scontro è sentitissimo. Ai tifosi la bevanda-sponsor a base di taurina e caffeina non piace molto e nei cori non perdono occasione per ribadirlo. C’è da giurare che sugli spalti canteranno a perdifiato dall’inizio alla fine di ogni incontro, e anche oltre. La buona notizia è che la squadra è al completo, l'infermeria è vuota, e le condizioni di forma sono buone.Frank gol VIC
 
L’infaticabile capitano, maglia n. 94 (come il suo anno di nascita), è fiducioso.
 
Quando Daniel Frank approdò a Bolzano, giovanissimo e in prova, nel primo anno di “Ebel” la squadra vinse, contro ogni pronostico, il titolo. Da allora Frank è un punto fermo e un perno della "linea italiana”, quella votata al sacrificio, al lavoro sporco, ma anche quella che ha messo a segno un sacco di punti nei momenti clou. Lo abbiamo incontrato al palaghiaccio dopo l'allenamento.
 
- salto.bz: Nell'ultima partita di semifinale hai letteralmente sparato i Foxes in finale. Può descrivere questa sensazione?
• Daniel Frank: Le sensazioni che ti dà questo sport sono difficili da trovare in qualsiasi altro aspetto della vita. È una cosa unica. Anche se si tratta di pochi secondi, è una sensazione indescrivibile quando si segna un gol così importante.
- Hai un legame particolare con Salisburgo perché hai giocato nell'Accademia?
• Ho giocato nell'Accademia di Salisburgo per tre anni. Conosco anche alcuni giocatori, ma dato che gioco a Bolzano da 10 anni, non ho un legame particolare con la città o il club.

- Che serie di finale sarà? Quali sono secondo te i punti di forza? Dieter Knoll sulla stampa ha detto che è già soddisfatto della finale, che Salzburg è più forte e che vincerà. Scaramanzia?
• Noi sappiamo come è Salzburg: ogni anno hanno giocatori fortissimi, grandi individualità, hanno un budget triplo rispetto al nostro, e noi possiamo avere le nostre chance se restiamo uniti, se giochiamo da squadra. Per la prima volta, inoltre, abbiamo il vantaggio di giocare la prima partita in casa e così un’eventuale partita decisiva. Non penso che sia scontato che vada come dice Dieter Knoll (ride).
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- Con Linz, che sembrava molto più debole ed è stata scelta al posto di Fehérvár, avete vinto addirittura all’overtime di Gara 7. Cosa è successo? Sembra che dopo la prima partita vinta in scioltezza pur giocando così così, avete perso sicurezza e avete giocato con un sacco di ansia, soffrendo molto la loro fisicità.
• Beh, di sicuro Linz era anche una bella squadra. Nei primi mesi della stagione erano nelle prime posizioni, poi sono crollati, ma si vede che il loro allenatore ha preparato perfettamente la squadra per giocare contro di noi. Ci hanno messo in difficoltà, non so quanti tiri ci hanno bloccato, ci aspettavano, hanno giocato con grande intensità, non abbiamo avuto tante occasioni di segnare e loro ci hanno sempre creduto, non hanno mai mollato. Pensavo che dopo il 5-1 di gara 5 sarebbero crollati nella partita casalinga e invece no, sono tornati alla grande. E quindi bisogna rendere merito a loro, che hanno poi giocato in modo molto duro e sull’uomo. Hanno combattuto con vigore e ci hanno messo in difficoltà. Questo è quello che è successo.
 
- Il tuo primo anno da capitano è ormai quasi alle spalle. Com'è stato e cosa è cambiato per te?
• Ciò che mi ha aiutato in questo primo anno da capitano è stato il fatto di avere in squadra molti giocatori importanti che hanno svolto un ruolo significativo nella squadra per molti anni. Hanno esperienza, sanno come funzionano le cose a Bolzano, cosa bisogna fare per vincere e per andare avanti. Questi giocatori aiutano molto la squadra. Naturalmente, il ruolo di capitano comporta anche molte responsabilità. Finora, almeno spero, l'ho portata avanti abbastanza bene. Credo che questo sia dovuto anche al fatto che sono maturato molto negli ultimi anni.
- Qual è la ragione dei vostri ottimi risultati di quest'anno?Frank derby
• Per me è la coesione. Abbiamo quattro linee forti, tutti lottano l'uno per l'altro, il nostro allenatore ci prepara molto bene per le partite e soprattutto vedo quanto la nostra squadra voglia vincere in questa stagione. Molti dei nostri giocatori hanno già vinto un campionato, mentre altri no. Si sente per entrambe le componenti quanta grinta e determinazione mettono.


- Che voto daresti alla tua stagione fino a questo momento? 22 punti, 8 gol e 14 assist (anche un gol - quello del momentaneo 2:0 - nel derby del 20/12 terminato 4:1 nella foto >) Sei soddisfatto? Daniel Mantenuto sta facendo molto bene, ma lì al centro ti è mancato Toni Bernard?
• Per me devo dire che la prestazione della squadra è molto più importante. Se vinciamo il campionato posso dire: ho fatto una bella stagione. Ovvio, fare gol dà grande gioia, ma il mio ruolo non è sempre quello di fare gol. Io deve aiutare la squadra anche a non prenderli, e  lavorare molto sulla fase difensiva. Mi potrò dire soddisfatto, comunque, se vinciamo la coppa. Bernard ci è mancato sicuramente, ma è vero che Mantenuto sta facendo molto bene. Ricordo che quando abbiamo vinto nel 2018 avevamo una linea simile a quella che abbiamo dall’inizio dei playoff, perché Mantenuto ha caratteristiche simili a quelle di Toni. Io, Frigo e Bernard quell’anno abbiamo fatto gol importanti, come anche quest’anno con Matenuto. Hanlon prima dei playoff ci ha detto: voi siete una linea che può fare la differenza. E finora abbiamo fatto un buon lavoro, non abbiamo preso tanti gol e ne abbiamo fatti di importanti.
 
- Lo hai appena detto, l'allenatore Glen Hanlon ha sicuramente contribuito molto al successo della squadra quest'anno. Qual è il motivo?
• Sì, esattamente, il fatto che le cose stiano andando così bene in questa stagione è dovuto anche alla sua esperienza in questo settore. Sa esattamente quando è il momento di allenarsi di più e quando è il momento di rilassarsi un po'. Per lui i giocatori sono in primo piano. Vuole che tutti stiano bene e siano preparati per le partite. Non si può non notare la sua passione per questo sport. Un'altra cosa che mi piace del suo modo di fare è che parla molto con noi giocatori. Chiede le nostre opinioni e vuole sapere cosa pensiamo di certe strategie di gioco. Si vede che tutta la squadra si fida di lui perché fa un ottimo lavoro ed è una persona molto onesta.
- Questa è la tua decima stagione a Bolzano. Se ripensi ai tuoi compagni di squadra, chi è stato il tuo portiere, difensore e attaccante preferito?
• Ho avuto molti portieri preferiti. Mi sono sempre divertito molto con Günther Hell, devo citare Pekka Tuokkola dell'anno del 2º titolo, ma anche Andreas Bernard e Samuel Harvey, tutti fanno un buon lavoro. È difficile nominarne uno solo. Come difensore citerei Alexander Egger, è una leggenda a Bolzano e ha contribuito molto alla vittoria del 2018. Finora in questa stagione credo che Scott Valentine sia il migliore. Come attaccante, invece, ricordo sempre Trent Whitfield.
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- Sei anche un fan dell’hockey e quindi segui anche altri campionati o è “principalmente” lavoro?
• Quando ero più giovane seguivo molto vari campionati, guardavo davvero molte partite. Ora ci sono diverse cose importanti nella mia vita, sto volentieri con la mia famiglia, con la mia ragazza, gli amici, il lavoro nella gelateria. Vengo alla Sparkasse Arena e mi sento bene, sono felice di giocare a hockey, ma sto molto bene anche nell’ambiente domestico. Ho trovato un bell’equilibrio, direi. Poi mi piace andare in montagna e vado volentieri sul Garda.
- Nella stagione estiva lavori nella tua gelateria e affitti appartamenti per le vacanze sul Lago di Garda. Vedi il suo futuro professionale anche nel turismo? Cosa avresti fatto se non fossi diventato un giocatore di hockey?
• Sicuramente vedo il mio futuro professionale nel turismo, ma non nella gelateria. Tra hockey, gelateria e appartamenti per le vacanze sul lago di Garda, a un certo punto diventa troppo. La responsabilità è grande in tutti i settori e non c'è abbastanza tempo per occuparsi di tutto. Mia madre mi ha sempre aiutato con la gelateria, ma dato che anche lei lavora in un'azienda agricola, ovviamente non può fare tutto. Quindi stiamo pensando di abbandonare presto la gelateria. Se non fossi diventato un giocatore di hockey, probabilmente non avrei mai comprato la gelateria. Quindi l'hockey mi ha dato qualcosa su due livelli professionali. La gelateria e lo sport si sono combinati bene: hockey su ghiaccio in inverno, gelateria in estate. Se non avessi scelto la strada dell'hockey su ghiaccio, mi sarebbe piaciuto diventare veterinario o pilota.

- Qual è la tua routine nel giorno della partita?
• Non ho una vera e propria routine. La mattina vado in macchina alla pista di pattinaggio, se la gelateria è aperta, ci lavoro prima. Poi mangio un piatto di pasta a casa, mi fermo di nuovo in gelateria e poi vado alla partita. Non ho una vera e propria routine, prendo le cose come vengono.
 
- Che cosa manca, secondo te, al movimento hockeystico italiano e alla Nazionale per crescere?
• Mi sembra che la Federazione non abbia troppi problemi di soldi. Io credo che si debba fare il massimo per puntare sugli italiani “veri” (e meno sugli oriundi, ndr), ovvio che per questo serve un po’ di aiuto, perché non ci sono tanti italiani che giocano nelle leghe di alto livello. Però credo che in questo momento storico ci sia la possibilità di lavorare tanto sugli italiani e sui giovani, e spero che la Federazione si muova in questa direzione.
- Non avrai mica intenzione di smettere troppo presto come il capitano che ti ha preceduto, Toni Bernard, giusto?
• No, no, io ho 29 anni, e voglio andare avanti fino a quando questo sport continua a piacermi e fino a quando il mio corpo me lo consentirà.
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